Sant’Antonio Horror (l’hanno fatto davvero!)
“I am Mr. Abbas Abacha the third son of Late General Sani Abacha, Nigeria former Head of State and Commander in Chief of the Armed Forcesy. I consider you reputable and trustworthy enough to assist me in receiving the sum of USD $27 Million (Twenty Seven Million U.S. Dollars). I have equally agreed in principle to offer you 25% of the fund for your services.”
Ah che tempi. Ve li ricordate? Era il 2000 o giù di lì quando email come questa cominciavano a fare il giro del mondo nelle caselle di posta di noi poveri sventurati. Promesse di ricevere milioni e milioni di dollari sul proprio conto in banca per non fare assolutamente niente. I bei tempi in cui il phishing non era ancora abbastanza furbo da far finta di essere minimamente preso sul serio.
Eppure, incredibile dictu, come c’è gente che compra il viagra su Internet solo perchè legge un messaggio di spam, c’è perfino gente che è cascata in questi messaggi talmente ridicoli che non me la sento nemmeno di chiamarle trappole. E non sono nemmeno pochi (com’è che faceva quel detto sulla mamma degli imbecilli?). Controllate un articolo della BBC del 2006 se non ci credete.
Ma ecco che arriva la rivelazione tragica. Hanno fottutamente ragione loro. E il cinema se ne è accorto e ne dà conferma. E’ arrivato, inaspettato come un democristiano che si costituisce (questa battuta aveva come data di scadenza il 1993, porc! Devo smetterla di rifornirmi da Paolo Rossi), il film sull’assassino delle catene di Sant’Antonio! Vedere il trailer per credere.
Che dire? Complimenti per il coraggio. Francamente un horror parodia sulle catene di Sant’Antonio avrebbe tutte la carte in regola non solo per essere divertente, ma pure con un gustosissimo sapore di modernità sul malocchio del XXI secolo. A patto che fosse un po’ più legato alla realtà dei fatti (cos’è quell’orribile grafica della lettere? Molto meglio far vedere una schermata di Outlook!), magari con quel giusto mix shakerato tra The ring e Final destination. E invece no, sembra essere il solito Jason dei poveri qualunque. Preannunciata delusione.
Per fare un film realmente gagliardo si sarebbero dovuti ispirare alla parodia delle catene di Sant’Antonio pubblicata sul blog di Paolo Attivissimo:
“Meo Smazza, pornodivo shakespeariano, non diede alcun peso a questa mail: ignoti gli riempirono un profilattico di azoto liquido, e lui se ne accorse solo dopo averlo indossato.”
Questo sì che pagherei per vederlo sul grande schermo. O forse no. Sta di fatto che ormai la mania sono mesi che dilaga anche su Facebook, con l’ovvio aumento esponenziale di boccaloni che credono di vedere il proprio omino di MSN diventare da giallo a blu (ma si può? … ).
Ora scusate ma devo andare a ricaricare la PostePay che sento un irrefrenabile desiderio di enlargiare il mio penis.
Saluti,
Michele
PS: