Trailer Fight #9: Sexploitation 2009
Prendiamola alla larga. L’exploitation film è un genere cinematografico che punta all’estrema spettacolarizzazione di un tema in maniera poco ortodossa e sicuramente non politically correct. Tale tema viene creato esplicitamente per un preciso settore di pubblico, che viene appagato nelle sue fantasie più sciocche e triviali. Appagato con il semplice vedere sullo schermo tutto ciò che desidera, lo spettatore non chiede altro. Proprio per questo generalmente l’exploitation film è a bassissimo budget e di bassissima qualità. Generalmente il tema è uno e unico e per questa ragione di exploitation film esistono infiniti sottogeneri. C’è il Blaxploitation, cinema nero in cui i neri sono buonissimi, i bianchi cattivissimi e fatto tutti delle fini atroci. Oppure c’è il Sexploitation: cinema da ragazzini in calore che vogliono vedere sullo schermo tette enormi che si azzuffano e si strusciano contro tutto quello che possa ricordare il loro fallo. Generalmente anche secchiate di sangue aiutano.
Tette, basso budget, regia di serie B, horror e/o violenza. Qualcosa dovrebbe suonarvi familiare. Sono infatti i temi preferiti dal cinema di Tarantino, un costante omaggio a quell’home video e a quel Grindhouse che lo ha accompagnato nella sua formazione filmica e che lo porta a creare meravigliosi affreschi postmoderni. Non è un caso la sua passione per Pam Grier, non è un caso che in cantiere abbia (a quanto si dice) un remake di Faster Pussycats kill! Kill!
In realtà questa trailer fight non ha a che fare direttamente con il sexploitation. Solo uno dei due film si può inserire in questa cornice. Il tema più centrale di questa trailer fight è la gender war, la guerra dei sessi. Sarebbe una versione più esplicità e sanguinosa delle banalità condite e servite da filmacci quali La verità è che non gli piaci abbastanza. Tra l’altro Gender Wars era anche un bellissimo gioco dei bei tempi andati. Se siete fan dell’abandonware francamente io non farei cadere questa segnalazione nel vuoto. Ma bando alle ciance, spazio agli ostacoli:
- Trailer
- Film sanguinosi e dalla violenza esplicita
- Guerre di sessi
- Film con impliciti/espliciti riferimenti al sesso
- Film del 2009
I due film che si contendono le mie grazie oggi sono entrambi di fattura anglosassone. La parte statunitense porta il sexploitationissimo titolo Bitch slap, ad opera di un quasi sconosciuto Rick Jacobson. All’angolo britannico invece abbiamo Doghouse, sul quale imbroglierò un po’, dell’ancor più sconosciuto Jake West che, tuttavia, ha al suo attivo in passato altre graziosissime B-movie B-perle (nella B-zona). Trailer!
Bitch Slap
Doghouse
Bitch slap sembra avere proprio tutto dalla sua parte per passare come un perfetto esempio di sexploitation. A quanto si intravede (nelle scollature) dal trailer gli elementi di un rodrigueziano Planet Terror sembrano esserci tutte: hot chick, violenza, sesso, sangue insensato e volto completamente alla soddisfazione visiva dello spettatore. Intrattenimento piatto e fine a se stesso che, se portato avanti con onestà e intenti satirici, ci può stare tutto. In realtà si avverte che c’è qualcosa che non va. Innanzi tutto già rifarsi a Planet terror è sintomo di volersi rifare alla parte più volgare, meno mediata e meditata della rilettura del cinema alla grindhouse. Tarantino all’epoca andò oltre, molto ma molto oltre. Il suo A prova di morte sta anni luce avanti al pur onesto e divertente Planet Terror. Il problema di Bitch slap è che non sembra avere nemmeno le caratteristiche positive di Planet Terror e rischia di assomigliare troppo all’ancor peggiore e decisamente brutto Zombie strippers. Inoltre la presentazione dei personaggi femminili ha qualcosa che non va. I personaggi non sono così piatti (niente battute sulle scollature, mio buon pubblico di Five Obstructions, please! ) come dovrebbero essere. Il che fa presupporre una certa attenzione per i loro passati, per la loro storie e per un intreccio troppo complicato e intricato per un sexploitation film (troppi elementi nel trailer lo fanno presagire, sembra esserci una struttura più complicata dentro). Il che è male, malissimo. Svela inesorabilmente gli altarini: questo anche se vorrebbe esserlo NON E’ un sexploitation film. Si vuole fregiare del titolo solo per attirare spettatori, ma per il resto è la spazzatura della mediocrità 2009 che non ha nulla a che fare con la vecchia e buona pura spazzatura dei tempi del grindhouse.
Di contro Doghouse non vuole esserlo nemmeno un film di sexploitation. L’”imbroglio” a cui accennavo poco sopra consiste nel fatto che questo film in realtà l’ho già visto, quindi non parto dalla sola visione del trailer come di consueto in una trailer fight. Ma d’altronde il capo sono io e decido io. Tornando a noi, Doghouse parte da un principio ben preciso: la guerra dei sessi. E lo fa nel modo più politically uncorrect che si possa immaginare. Vogliamo essere maschilisti fino all’osso? Bene. La storia è questa: un gruppo di amici lascia a casa mogli e fidanzate per un weekend tutto birra e rutti al fine di risollevare l’animo di un membro del gruppo appena divorziato. Scelgono una cittadina completamente sperduta dove, però, tutte le donne sono misteriosamente tramutate in zombie cannibali di uomini. E da qui parte la festa del sangue e, soprattutto, delle risate. Doghouse non risparmia nulla dei clichè e lo fa con una struttura narrativa giustamente piatta e priva di contenuti. Ma divertente all’osso, specialmente nei suoi personaggi, caratterizzati come vere e proprie maschere (il misogino, lo sportivo, il nerd, eccetera). Una vera e propria orgia di sangue e risate che vi conquisterà molto più di pagliacciate fintamente cattive e reazionariamente buoniste come le finte gender wars del già citato La verità è che non gli piaci abbastanza. A patto di essere uomini, of course (d’altronde questo rigurgito di maschilismo è dovuto anche al Movember, vedere i giocatori della nazionale australiana di rugby per credere!).
Tra il disonesto finto superficiale e il genuino ignorante io preferisco il secondo. Di gran lunga.
Saluti,
Michele
Il secondo film (se si elimina il fattore “guerra tra i sessi”) mi ricorda un pochino un altro bel film del genere zombie *snob*