Trailer Fight

Trailer Fight #8: Silly Fantasy

Un nuovo giro ottombrino anche per le amatissime (?) Trailer Fight. Il punto di oggi è strettamente legato non alla variazione appena pubblicata, ma alla prossima che vedrà la luce. Se controllate nella home page del sito vedrete che ci stiamo preparando a parlare di scuola. Scuola dal punto di vista dei ragazzi. E siccome è imminente questa grigia e gravosa responsabilità, vogliamo regalarci un ultimo scampolo di luce, risate e spensieratezza. Nel modo più stupido possibile.

Voglio presentarvi qua la lotta tra due film, indubbiamente di matrice umoristica, che cercano di focalizzarsi non sulla satira o sulla comicità pungente, ma sul silly, sullo sciocco, sulla commedia per ragazzini quando non proprio bambini. Gli ostacoli per questo progetto sono:

  • Trailer
  • Commedie
  • Film per bambini
  • Film con forte componente fantasy

Ci sono due grandissimi autori che, quasi contemporaneamente, si sono imbarcati in progetti che rispettano a pieno gli ostacoli appena esposti. Uno di questi è Wes Anderson, il che rappresenta una certa sorpresa in effetti. Perchè il più delicato degli Anderson registi ha fama proprio di essere complicato, raffinato, squisitamente adulto. Tutto cambia però quando si mette all’opera per realizzare un adattamento di Fantastic Mr. Fox.

Suo rivale per questa battaglia è un altro autore che, curiosamente, si è fatto paladino dell’intellettuale, delle derive più estreme delle storie raccontate su pellicola. Spike Jonze ci ha, infatti, portati a vivere dentro la testa di John Malkovic, o a vedere sullo schermo un Kaufman che deve scrivere un film su Kaufman che deve scrivere un film interpretato da Kaufman che scrive un film che al mercato mio padre comprò. Eppure anche lui con Where the wild things are (in Italia: Nel paese delle creature selvagge), si vuole dedicare ai più piccoli.

Due autori non certo infantili, nè devoti al detestabilme universo degli infanti, quindi. Materiale interessantissimo per una trailer fight ancor più agguerrita. Vediamo i trailer.

Fantastic Mr Fox

Where the wild things are

Cominciamo dal secondo trailer, più complicato da capire, sfruttando il fatto che è più fresco nella memoria. Nel paese delle creature selvagge è, con buona probabilità, un film in spirito Pixar (leggerete, credo fra poco, la mia recensione di Up). Lo dico in quanto mi appare evidente dal trailer che gli elementi avventurosi, di comicità e fantasiosi che sembrano essere cablati per un pubblico infantile, sono in realtà inseriti in una cornice ben più grande e diversa. Si capisce immediatamente dalle scritte che accompagnano il titolo, e da un paio di linee di dialogo mostrate alle orecchie dello spettatore, che questo film non tratta affatto di mostri pelosi giganti che rosicchiano gli alberi. Tratta del suo piccolo protagonista, del suo rifugiarsi in un mondo di fantasia per sfuggire a ciò che di triste gli accade intorno. Un procedimento affatto nuovo: possiamo rileggere con questa considerazione moltissimi film, in primis Coraline. Quello che Jonze sembra saper evitare con la propria abilità da regista è quello di rimanere inciso e circonciso in questa cornice. Cosa che Coraline per esempio fa: si pensa costantemente alle favole da cui trae ispirazione. Col paese delle creature selvagge questo non accade, rendendo probabilmente la visione più genuina e godibile di quello che sembra candidarsi, ancor prima dell’uscita (tra una decina di giorni), come un classico.

Da par suo, Fantastic mr Fox non sembra avere la stessa carica di sottotesti che animano il suo rivale diretto. Il trailer pare molto più di genere, molto più esplicito su quali siano gli intenti del film. Non sembra esserci grosso spazio per l’introspezione, nè per sottotesti profondi che vadano al di là di una classica vena ecologistica degli animali costretti a combattere l’uomo per la difesa della natura, loro casa. Non è che sia necessariamente un male. Probabilmente la volpe di Anderson riesce ad inserirsi meglio nelle caratteristiche di film di genere. E non approfondisce perchè non vuole farlo. Vuole lasciare spazio alla gag e alla pensata stilistica di una stop motion assolutamente affascinante per il suo gusto retrò (pare che finalmente l’apporto della computer grafica sia ridotto al minimo). Può risultare quindi più godibile sia al bambino che all’adulto che non ha voglia di porsi troppe domande, come sarebbe costretto a fare chi approccia la visione del film di Jonze. Anche se sorprende un po’ questo cambio un po’ atipico rispetto al passato del buon Wes Anderson.

Essendo un borioso intellettuale radical chic non posso far altro che dare la mia preferenza al paese delle creature selvagge. Con il consiglio di andarlo a vedere al cinema in quanto di uscita imminente.

Saluti,

Michele

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