Trailer Fight #6: Dial ‘Z’ for Zombies
Gli zombi stanno vivendo una seconda giovinezza. A parte lo scarso e scontato doppio senso dietro la frase precedente, è facile notare come i nostri simpatici esseri che dopo morti sgambettano ancora allegramente per le vie del centro siano ultimemente nell’occhio di un ciclone di produzioni assai variegate. Si può citare per esempio molta letteratura di intrattenimento, il cui portabandiera ufficiale è Max Brooks, figlio del forse più noto (almeno in Italia) Mel, papà di Frankenstein Jr. Il rampollo di casa Brooks ha infatti pubblicato anni fa l’ormai indispensabile Manuale per sopravvivere agli zombi e, più di recente, World War Z.
Non solo libri però. Se si passa al versante del videoludo la prima serie che salta alla mente è di certo quella di Resident Evil. Ma non di solo pane e survival horror vive l’uomo. Merita quindi senz’altro una menzione d’onore il divertentissimo Piante contro Zombi, della Pop Cap. Trattasi di una variazione sul tema della Tower defense: un’orda di nemici più o meno stupidi e resistenti e moltissime varianti, tra armi, terreni e sottogiochi. Fondamentalmente si tratta di difendere la propria casa dalla classica invasione di zombi usando delle piante con varie funzionalità: fuoco, ghiaccio, mine, muri e catapulte. Da lodare il gameplay che riesce a risultare sempre divertente senza scivolare nell’ostico, nella frustrazione o nella banalità, in grado di sorprendere costantemente il giocatore.
Ma il terreno su cui si muove meglio Five Obstructions è decisamente quello della celluloide. E di rivisitazioni postmoderne dello zombi è pieno il cinema. Si può dire che molto sia partito dal Danny Boyle di 28 giorni dopo, ma perfino il papà degli zombi, George A. Romero, è stato in grado con Land of the dead e Diary of the dead di dare nuove e intriganti chiavi di lettura a questa maschera degli anni ’60 così ben riuscita. E’ quindi, con questi esempi ben piantati nella mente, che decido di dare una sbirciata dietro il sipario per vedere che cosa ci attende nel futuro prossimo zombiesco. Sempre con un occhio di riguardo per visioni non classiche del nostro amico non morto.
Ostacoli:
- Trailer
- Film con zombi (non necessariamente horror)
- Film in discontinuità con la tradizione del genere
Le scelte di questo sesto turno della trailer fight sono state Zombieland, che mette in campo la rilettura più violenta dello zombi, propria del già citato Danny Boyle e da Zack Snyder, pur incentrando tutta la scena su un’estrema ironia. A contendergli i tre punti in palio oggi è Pontypool, che gioca tutto il suo fascino sul mistero e sul lavoro di sottrazione nella presenza degli zombi. La parola ai trailer.
Zombieland
Pontypool
Parodia portata all’estremo, quindi, per l’ironico Zombieland. Che punta sugli aspetti più ridicoli che spunterebbero nella realtà se un’epidemia di zombi accadesse davvero da un momento all’altro. E che sono sicuro Romero non ha considerato quando ha ideato questo terribile mostro. E allora abbiamo da una parte zombi in condizioni assolutamente ridicole come spose, damigelle d’onore di sei anni o il già leggendario Zombie Charlot sulla via delle stelle a Hollywood. Il secondo aspetto è che gli zombie hanno il cervello ormai in malora. Quindi sono stupidi. Quindi sono carne da macello per il sollazzo di chi ancora è in vita. Un’interessantissima variazione sul tema che, oltre ad essere gustosamente divertente, porta anche a riflettere su questa necessità di trasformare lo zombie in qualcosa di ridicolo, di cui ridere (altra variante, pur più seria almeno nelle false intenzioni, è Dod Sno, in cui si mettono insieme zombi e nazisti… yum!). Qualcosa da rendere ridicolo quindi. Come se lo si temesse davvero.
Pontypool gioca, almeno nel trailer, più sul “vedo/non vedo”. E’ intrigante l’inizio, in cui la troupe radiofonica è completamente isolata dal mondo e i suoi occhi e le sue orecchie sono rappresentate solo dagli inviati all’esterno e dalla televisione. Un’elegante metafora postmoderna dei mass media, che richiama per un certo verso i controllori di volo ben dipinti da Greengrass in United 93. Le similitudini con il film del regista inglese, purtroppo, sembrano fermarsi qui. Il trailer lascia intuire che Pontypool si svilupperà come il solito “gruppo in un edificio assediato da montagne di cattivi”, un canovaccio che non riesce a giovarsi dell’originalità dello “zombie invisibile” presente nel suo spunto. Spunto che comunque lascia un brinciolo di perplessità: lo zombie è stupido, lo sappiamo. Si muove goffamente e rumorosamente. Non può essere invisibile come un novello Solid Snake: il fascino della sua minaccia è l’essere costantemente presente, bersaglio di migliaia di colpi sparati dall’essere umano senza che questo rallenti, nemmeno per un secondo, l’inesorabile avanzata di un Male con cui non si può ragionare.
A mente fredda non riesco a decretare un vincitore per questa sfida il cui risultato più giusto sarebbe un pareggio. A naso credo però che molti si godranno assai di più la giocosa parodia, e che Pontypool è rappresentato da un trailer poco visionario, che non sa nè esaltare i suoi punti di forza, nè nascondere possibili magagne e macchie di banalità.
Saluti,
Michele
wow wow wow…
i trailer che le danno a suon di zombieee
ps.W Piante contro Zombieee!!