Music Share: R.I.P. Deezer
Oggi vi parlo direttamente da Atene della seconda novità riguardante questa estate di FiveObstructions, dopo la collaborazione con Giornalettismo. Una novità che forse i più affezionati alla sezione Exit music avranno notato: l’abbandono di Deezer. La convivenza con questo servizio era diventata del tutto impossibile, tra canzoni famose introvabili e altre che era impossibile includere nelle playlist. Non so se in queste settimane le cose siano migliorate, ma ormai non mi interessa: il divorzio è assolutamente irrevocabile. D’altronde me lo sarei dovuto aspettare da un servizio francese: come ho già detto qualche settimana fa Deezer è francese non come i film di Luc Besson o qualche vino buono, ma come i piatti a base di rane e la baguette sotto l’ascella.
Per trovare un’alternativa ho dovuto quindi immergermi per qualche ora nel mondo del music share che vive sul Web. Un’esperienza a tratti interessante che mi ha fornito del materiale valido per il secondo post nella sezione musicale del blog. Spinto anche da un secondo motivo: la trasformazione a pagamento della radio di Lastfm. Un’operazione piuttosto discutibile mediante la quale i gestori di Lastfm in pratica stanno vendendo i contenuti forniti liberamente, e gratuitamente, dagli utenti. Peraltro non a tutti: USA, UK e Germania, probabilmente le utenze più numerose (o forse le uniche a cui tengono), continueranno a fruire la radio gratuitamente. Vediamo quindi che cosa ho trovato in giro.
La mia attenzione si è soffermata prima di tutto su questo Jiwa. Come avevo in effetti annunciato qualche tempo fa era infatti il servizio più simile a Deezer che avevo trovato. Il problema è appunto che è un servizio troppo simile a Deezer. Ne condivide infatti la pochezza del database di canzoni che sono effettivamente utilizzabili in playlist pubbliche e, soprattutto, ne condivide il fatto di essere un servizio francese (me le vado proprio a cercare…). Inoltre qui da Atene mi nega perfino l’accesso alla home page: a quanto pare non è possibile accedervi da alcuni paesi. Il mio interesse per Jiwa è durato circa cinque minuti. Stendiamo un velo pietoso.
Jamendo non è mai stato neppure per un attimo quello che cercavo. Ma una menzione qui mi è sembrato qualcosa di giusto per un progetto del genere. In Jamendo non è possibile condividere playlist come lo intendiamo qui nella sezione Exit music. E’ possibile solo caricare canzoni nuove o inedite di vari gruppi musicali per avere una piattaforma in cui farsi una sorta di pubblicità. Un’iniziativa lodevole che prova anche a retribuire direttamente gli autori mediante gli introiti pubblicitari. A differenza di quanto fanno Myspace o Lastfm che hanno sicuramente un pubblico molto più vasto, ma proprio per questo dei piccoli autori si preoccupano poco.
Anche la superstar delle alternative soffre del problema di Jiwa: non è disponibile al di fuori degli Stati Uniti. Ed è francamente un peccato enorme. Pandora infatti non pone molto l’accento sulle playlist, ma sulla radio automatica personalizzata, simile a quella di Lastfm. Lastfm però lavora sui tag inseriti dalle persone, che possono essere imprecisi o troppo personali. Pandora utilizza due accorgimenti: il primo è di chiedere all’utente di esprimere se la canzone trasmessa è di suo gradimento o no. Una volta ottenuta la risposta è in grado di proporre solo canzoni che ne hanno caratteristiche simili. E lo fa analizzandone proprio la struttura musicale nuda e cruda: battute per minuto, strumenti, spettro sonoro, eccetera. Un vero peccato non vedere questo gioiellino di data mining in funzione. E’ tecnicamente possibile utilizzarlo, deviando il traffico internet da e per Pandora attraverso un proxy americano lasciando le altre comunicazioni inalterate, ma è uno sbattimento troppo grande per chi ha una competenza informatica anche solo poco avanzata.
E finalmente arriviamo al vincitore che già potete vedere all’opera nel sito. Grooveshark mescola l’orientamento alla radio automatica (usando il sistema a preferenza di Pandora, però senza data mining a quanto pare, e quindi più impreciso) a quello della playlist. E’ possibile infatti salvare direttamente una sessione di ascolto in una playlist. Inoltre il widget per includerla in qualsiasi blog o sito è altamente personalizzabile nella dimensione e nei colori, al contrario di Deezer. L’archivio musicale è probabilmente dieci volte più grande di quello di Deezer e facilmente espandibile con l’upload immediato di ciò che più gradiamo. E’ tutto quello che ho da chiedere per FiveObstructions. Promosso a pieni voti.
Saluti,
Michele
*cheers!!!
Finalmente una radio che risponde alle esigenze del sito…basta canzoni playlist incomplete…arriva lo squalo delle radio…
*fear