L’indiscutibile gusto di far parte di una setta non invidiabile
Sono tornati i titoli barocchi nei post di questo blog, non ne siete entusiasti? Questo può solo voler dire una cosa: post brevi e quindi più concentrati nel loro ripieno gustoso. Oggi infatti torno a parlare molto rapidamente di un altro piccolo tassello nell’immenso mondo, per me ampiamente sconosciuto, dei fumetti. Mondo che, come molti altri, è stato incredibilmente ampliato dalle potenzialità del Web, che ha fatto nascere come funghi molti siti di strip. Siti gestiti da autori che si rifanno, chi più chi meno ma soprattutto chi più, ai Peanuts di Schultz.
L’obiettivo di questo post è piuttosto autoreferenziale. Nessun dottorando infatti può ignorare, e ancora peggio non apprezzare, la serie dei PhD Comics. La prima cosa che salta all’occhio guardando l’archivio delle vignette è che l’autore è in attività fin dal lontano 1997, quindi questo post non è esattamente volto a favi scoprire qualcosa di nuovo. Ma qualcosa di molto divertente di certo, fidatevi.
Andiamo subito al cuore del problema di queste strip: sono tutt’altro che universali. La forza di Schultz e del Watterson di Calvin & Hobbes è stata proprio quella di riportare la mente dei propri lettori alla condizione primordiale di bambino di fronte alla provocante forza del loro umorismo. Umorismo che era, ed è tuttora, in grado di denudare le costruzioni artificiose della vita moderna con un enorme vagone di poesia naif. E’ un’operazione difficilmente ripetibile e che richiede un enorme talento, che non si può trovare dappertutto. E non si trova nei PhD Comics.
I PhD Comics, fin dal loro titolo, sono infatti un fumetto scritto da dottorandi esclusivamente per dottorandi. O comunque per le persone che sono coinvolte nel meraviglioso (?) mondo della ricerca. Non hanno quella carica universale, non sono apprezzabili a pieno da qualcuno che non abbia un terreno comune di esperienza. Molti si sciolgono in grasse risate di fronte a queste vignette, ma è più facile rimanerne perfettamente indifferenti.
C’è però una speranza. In fondo quasi tutti ormai hanno avuto l’esperienza di mettere in piedi una tesi di laurea. Lo do per scontato, dato che ormai la laurea è un accessorio che va piuttosto di moda e in quanto tale è soggetto a saldi e distribuito a chiunque (meglio degli iPod!). Molti si sono quindi trovati invischiati nelle pazzie di relatori, co-relatori e contro-relatori, nelle date di consegna, nei cambiamenti all’ultimo momento. Come se non bastasse anche la vita lavorativa è sempre più soggetta a meeting, lavoro frenetico, superiori in ufficio nevrotici ed esigenti più con gli altri che con se stessi. La vita di un dottorando non è in fondo così speciale e molti si possono rispecchiare in queste vignette con un piccolo sforzo di immaginazione.
Alla fine di tutto il gioco è fatto e con un piccolo sforzo di immaginazione anche i PhD Comics possono essere un nuovo piccolo raggio di sole per risollevarvi la giornata. O per affossarla definitivamente. Diciamo che vi possono dare una nuova piccola spinta al morale che vi permetterà di arrivare in fondo al lavoro che vi sta distruggendo. Per poi ricominciare a lavorare. Ancora e ancora e ancora. Uhm, questo non suona necessariamente come un bene
Saluti,
Michele
Mi hanno riferito Moon & Rotcho che anche loro si prenderanno una laurea,
visto che al mercatino si fanno affaroni..!
E poi che vuoi farci, sono dei gatti feSCIon loro, vanno in giro con l’iPhone ancora prima che Antonella Versace nascesse :O
People should read this.