Trailer Fight #4: La mente non mente
Rieccoci qua, belli e raggianti per il quarto round della trailer fight. La domanda di oggi è: cos’è la mente? O, ancora meglio: di che diavolo sto parlando? Ebbene sì, visto con un pizzico di politically uncorrect l’argomento della trailer fight è fondamentamente l’alzheimer. Oppure, per dirla con il linguaggio tipico di FiveObstructions:
- Trailer
- Film di fantascienza
- Film in cui le menti dei protagonisti vengono manipolate
Alzheimer come dicevo. O non l’ho ancora detto? Mentre ci rifletto è meglio che comincino a palrare i trailer, come di consueto. I film scelti sono Pandorum, diretto dal tedesco Alvart e legato a doppio filo alla casa di produzione di Resident Evil, e Sleep Dealer di Alex Rivera, la cui produzione gravita invece attorno a certo cinema indie americano vicino alle orbite di Michel Gondry e Charlie Kaufman.
Pandorum:
Sleep Dealer:
La cosa principale che mi salta all’occhio dal trailer di Pandorum è l’incredibile stridore provocato dalla differenza tra l’accattivamente e ben pensato incipit iniziale e il proseguo del promo, banale e già visto in tutte le sue parti. E’ una cosa che francamente faticavo a spiegarmi prima di giungere a una conclusione ben precisa: in realtà Pandorum è effettivamente un film a corto di idee, non promette alcun guizzo interessante. Di fatto l’inizio non è altro che il frutto di un furbo lavoro di riadattamento di idee prese da altri. Il meccanismo è questo: prendiamo un grandissimo film storico, di grande innovazione e successo, ne prendiamo una parte marginale e la sviluppiamo, magari cambiandogli anche genere. E’ questo Pandorum: è 2001: Odissea nello spazio se ci si chiede “Cosa succederebbe se i due tizi ibernati non fossero stati uccisi davvero da HAL ma si potessero risvegliare anni dopo sull’astronave?”. Una volta scoperto questo gioco tutto torna. E si riesce a capire che Pandorum non è altro che un Resident evil dello spazio: un buon pop corn movie forse (ma data l’assenza di un solido intrattenitore come Paul W.S. Anderson dietro la macchina da presa ne dubito), ma niente di più.
Sleep dealer mi sembra viaggiare su binari decisamente differenti e molto più lunghi e sicuri. E’ vero: il trailer indugia con una mano un po’ troppo calcata su alcuni elementi tipici del fiasco (una su tutti: la voce profonda che introduce un film di fantascienza con la frase “Sooner than you think…”). Tuttavia ci sono alcune formidabili intuizioni che lo rendono affascinante: la connessione globale delle menti, la rete di lavoratori (operai o soldati che siano), un muro per isolarsi dal resto del mondo… Tutti indizi plausibili o quantomeno ben studiati riguardanti una piega che il presente sta già prendendo. Acuto al punto giusto da portarli all’estremo senza esasperarli, snaturarli o renderli ridicoli, il trailer Sleep dealer continua a viaggiare su una pericolosa lama di rasoio rappresentata da Matrix. Sia per le scelte squisitamente estetiche degli spinotti, sia per l’idea della rete globale di collegamento delle menti: è un contenuto estremamente delicato in quanto di estrema attualità (Social Network?) e bisogna quindi evitare di scadere nelle bambinesche semplificazioni di cui si macchia il film dei fratelli Wachoski.
In definitiva mi sembra chiaro che l’asse della bilancia si sposti con decisione verso il film di Rivera.
Saluti,
Michele
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