…and the Oscar went to…
Ecco qui il post “aftermath”, come promesso. Del mio post precedente 15 previsioni su 24 sono state azzeccate. Sono riuscito a stare nelle previsioni, nel margine superiore con mio estremo piacere, però non è andata bene come potevo sperare. D’altronde c’è chi ne ha azzeccati 17, e due premi di differenza su queste cifre sono un distacco non indifferente, tra ci un po’ le cose le sa ma ogni tanto prende cantonate (il sottoscritto) e chi invece le sa e basta. Comunque sia: analizziamo.
Il miglior film alla fine è stata una scelta molto più facile di quanto non mi aspettassi. Anzi: è stata la causa del mio fallimento più grande. Il sottovalutare quanto un cinema vecchio, stantìo e dalla puzza di vecchio di Tom Hooper è stato un grave errore. Un registucolo televisivo (che infatti ha alle spalle una pochezza disarmante, nonostante una carriera quasi di 15 anni). Premiare alla regia una persona che scimmiotta malamente Van Sant e dirige interminabili dialoghi con un alternarsi di controcampi da filmino del compleanno è tipico di chi confonde un film con una semplice vicenda che non ha niente di più del teatro. E così se ne va a ramengo la mia previsione su Fincher (non gliela vogliono proprio dare questa statuetta, nemmeno con il ruffianissimo e perfettamente Academy Benjamin Button, una delle sue peggiori pellicole se raffrontate a Zodiac o allo stesso Social Network). Oltre che alla sceneggiatura “originale” (avete notato l’uso satirico delle virgolette? Eh? Eh???).
Facili le vittorie sugli attori e invero azzardata si è rivelata la scommessa su Hailee Steinfeld (evidentemente alla Academy volevano proprio farlo passare per pirla il povero Marky Mark, premiandogli tutti gli attori non protagonisti nel film di cui è titolare del primo nome sulla locandina).
Da manuale e senza sorprese la premiazione di Toy story 3 (figuriamoci se l’Illusionista…) e tutta una serie di premi tecnici che sono di solito i più facili da inzeccare (si premia solo la perfezione tecnica dell’industria, mai che ci sia un riconoscimento per un utilizzo “low-fi” artistico e significativo). E così vanno giù la canzone, il sonoro e il missaggio, scenografia, effetti visivi, costumi, trucco e montaggio. Ho solo sopravvalutato il potere della fotografia del film dei Coen contro Inception: quando la Academy si impunta che *tutti* i premi tecnici devono andare al grande escluso dai premi “importanti” non c’è modo di convincerla del contrario.
Rimangono gli ultimi cinque premi, quelli che già nel mio post avevo additato come previsioni praticamente casuali. E infatti per quattro di essi non c’è sorpresa che abbia toppato. Vince Inside job perché la Academy deve far vedere di essere al passo coi tempi e coi problemi veri della ggggente (la crisi economica). Sono rimasto invece piuttosto basito dalla scelta della Bier al posto di Biutiful per il miglior film straniero. E’ questo l’unico premio in cui ho sbagliato la previsione perché la Academy ha deciso di premiare davvero qualcuno di migliore, di outsider, di non autocelebrativo. Brutti tempi per il nostro messicano.
E così: 15 su 24, ma senza nascondersi sulle previsioni toppate. Five Obstructions va avanti così.
Saluti,
Michele
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