Variazioni

The Time That Time Forgot

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1 - The constant
2 - The jacket
3 - Il mare
4 - The girl who leapt through time

Prendendo ispirazione, limitatamente al titolo, al capolavoro degli autori di Italian Spiderman, con questa variazione riprendo un vecchio concetto molto caro a FiveObstructions e già trattato. E’ il mise en abyme, qui rivisto, rimaneggiato e confinato a un singolo aspetto. Infatti quello che mi interessa analizzare in questa variazione è il sovrapporsi caleidoscopico di linee temporali diverse, un riflettersi in sè stesso di ciò che siamo abituati a considerare una linea retta, ma che retta non è per nulla, come insegna la fisica quantistica for dummies. Cosa succede quando l’ovvio succedersi dei secondi tanto ovvio non è più? Una delle basilari certezze dell’uomo viene rotta e senza chiare spiegazioni, questo significa la componente di mistero. E se Damiano non se la fosse bruciata proprio per la prima variazione sul mise en abyme, la famosa scena di Balle Spaziali sarebbe stata ancora più perfetta in questa occasione. “Quando il prima sarà adesso?” “Presto!”.



1 - The constant

La serie di Lost si adatta perfettamente allo spirito del mistero dei viaggi temporali. Perchè da sempre ne rappresentano i due pilastri fondamentali con la continua decostruzione della linea temporale mediante flashback e flashfoward. Con il mistero è in grado di fornire domande appassionanti, alle quali non è importante dare una risposta, o non lo è darla nei semplici e poveri termini della linearità di una trama. Con i flashback invece è sempre stata una sfida affascinante nel trovare i parallelismi, il significato e la complementarietà tra “ciò che è stato” e “ciò che è”.
Spesso delude per soluzioni poco brillanti o esagerate, soprattutto quando vuole rimarcare qualcosa di “alto” o “importante”. Questi difetti invece non si applicano a The constant che in quanto ad ambizioni e spiegazioni fornisce solo il minimo indispensabile. Il resto è una storia d’amore, di fantascienza e di una corsa disperata.
L’episodio è costruito in maniera tecnicamente invidiabile. Tutto il ritmo è di fatto un’unica enorme feccia dritta puntata verso l’alto. Ogni scena si sussegue aumentando sempre di più il pathos verso la risoluzione finale, e non ha importanza in realtà quale sia. E’ importante che tutta la messa in scena rasenta semplicemente la perfezione. E’ impossibile staccare gli occhi di dosso a Desmond nella sua turbolenta, irregolare, rocambolesca e climatica ascesa verso la propria salvezza. Testimonianza che con cuore e testardaggine si può fronteggiare anche ciò che per noi è ignoto a patto di mettere in gioco tutto noi stessi.

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Voto (4/5):


2 - The jacket

Esiste un filone di fantascienza dei paradossi temporali da salotto, e The Jacket ne fa parte. In questo genere la stesura della sceneggiatura utilizza salti e paradossi temporali per tessere una tela che vuole sorprendere e spiazzare lo spettatore e porlo di fronte a degli enigmi che non sono altro che un mero piatto riscaldato vecchio di parecchi decenni. Vorrebbero essere come Ritorno al futuro, dove invece la scrittura è (quasi) a prova di bomba e comunque ha una sua coerenza interna, ma si ritrovano ad essere dei Butterfly effect.
In tali film si fa un uso stereotipato del paradosso temporale come se l’eroe all’interno della vicenda fosse onnipotente e potesse andare ad uccidere Hitler. In realtà non si rendono conto che non si può giustificare un gioco del genere con la linea temporale se non lasciando perdere enormi implicazioni. Il presente è la somma di tutto ciò che è passato e la sua manipolazione è molto più complessa di un semplice salto. In pratica è necessario trattare il passato con molta maestria, come una strada percorribile in sentieri molto ristretti: ciò che è già successo non può cambiare. Ma un semplice principio nella mani di sceneggiatori incapaci porta ad abomini simili al coreano 2009: Lost memories.
The jacket non riesce a salvarsi, nemmeno con la splendida Knightely e il bravissimo Brody. Pur se il meccanismo che permette al protagonista di muoversi nel tempo è intrigantemente spaventoso e assolutamente non dipendente dalla sua volontà di vittima, si respira pur sempre un’aria da messia, da supereroe. E questo non fa bene, non riesce a catturare nemmeno per un secondo.

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Voto (2/5):


3 - Il mare

Avverto fin da subito che questo paragrafo potrebbe rovinare la visione del film in quanto discute del meccanismo narrativo su cui si basa, e che viene svelato verso la metà della vicenda. Quindi se avete intenzione di vederlo (o di vederne il remake La casa sul lago del tempo) siete avvisati.

L’assunto fondamentale di cui si discute infatti è carico di una certa genialità. Viene costruito un contatto misterioso e affascinante tra due persone. Queste persone però sono impossibilitate a incontrarsi. Quella che all’inizio poteva sembrare una burla si rivela essere invece un mistero ancora più grande. Le lettere che trovano (e si scrivono) i due protagonisti infatti non provengono da due luoghi diversi, ma da due tempi diversi. Essi sono infatti gli inquilini della stessa casa a pochi anni di distanza l’uno dall’altro. Il che fa sorgere un inquietante interrogativo: una volta scoperto ciò, come mai l’inquilino del passato non è rimasto ad aspettare l’amato del futuro nella casa?
E’ geniale perchè questo interrogativo fa riflettere sul passato, sulla storia, sul destino. Ma anche sulla lontananza incolmabile, su un rapporto che cresce e diventa unico. Purtroppo regia e sceneggiatura non sembrano intenzionati a spingere il piede sull’accelleratore di un’idea veramente stuzzicante. Dopo aver ideato questa situazione tutto si appiattisce sui toni banali e piatti di una storia d’amore fatta di sospiri e sguardi intensi all’orizzonte, senza che tutto questo possa davvero riempire il vuoto di domande e di voglia di scoprire che le basi della sceneggiatura creavano.

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Voto (2/5):


4 - The girl who leapt through time

Cosa succederebbe se un giorno scopriste per caso di avere il potere di saltare indietro nel tempo? Che cosa fareste? Probabilmente combinereste un sacco di disastri. E’ più o meno quello che succede alla ragazza protagonista di questo film, imbrigliata nella pesante normalità della sua situazione fatta di compiti in classe e amici di sempre che cominciano a covare sentimenti nuovi. Il potere di saltare nel tempo è dunque occasione per riflettere su se stessi.
E’ divertente e non pesa l’approccio naif al paradosso temporale. E’ leggero come può essere leggera una liceale ingenua e pasticciona. E se all’inizio il nuovo super potere viene ovviamente usato per comodità personale, lentamente la protagonista capisce di acquisire una nuova maturità. E avviene a due livelli. A livello della maturazione spontanea della persona, quando si rende conto che certe situazioni indesiderate si rivelano essere inevitabili (esilarante le successioni di scene delle dichiarazioni d’amore), oltre alla consapevolezza che nel cambiare un avvenimento per evitare un danno c’è sempre qualcuno che ci rimette, non importa quanto buone siano le nostre intenzioni. E a un livello di un semplice limite posto dall’esterno: nessun potere, nessuna potenzialità che abbiamo ora sarà disponibile in eterno e quindi ne dobbiamo fare un uso accorto e saggio.

E alla fine questa ragazza che salta nel tempo sa far ridere, commuovere, salire la tensione e riflettere. Il tutto con uno stile visuale abbastanza personale e una buona messa in scena. Le falle di sceneggiatura, soprattutto in fase di risoluzione, sono in fondo perdonabili, come già detto. E’ un altro esempio di come l’animazione giapponese di consumo sia ancora un passo avanti rispetto alla media occidentale.

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Voto (4/5):




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  • Ma cosa diavolo è una variazione?

    Una variazione è un insieme di film che rispettano le condizioni (ostacoli) posti dalla variazione. Ciascun film viene recensito dal punto di vista della singola variazione. Per questo un film potrebbe far parte di una o più variazioni ed essere pertanto recensito più volte.

    E proprio a questo serve l'archivio film in cui trovate tutti i film recensiti con elencate tutte le recensioni che gli sono state dedicate