The terrorist is on the table
Si passa la manica e si sbarca tra i sudditi di sua maestà la regina d’Inghilterra. Michele mi chiede la seconda puntata della saga sul terrorismo, incentrata questa volta sui terroristi baronetti inglesi. Giocoforza perciò, vi propongo una playlist di tema classico, di impostazione piana e di tono adenoidale. Come non associare al terrorismo musicale le pazzie punk della Londra dei 70/80? Proprio non si può lasciar cadere questa occasione. E così dopo mesi e mesi di delirio, una playlist aurea “di genere” come da anni non se ne vedevano su queste pagine. Starò forse invecchiando? Non lo so amici miei, forse sono i pensieri cattivi e brutti di questi ultimi tempi a rendermi più saggio e conformista. Ma tant’è, attendiamo tempi migliori e nel frattempo alziamo le creste e rispolveriamo i chiodi tarati “A” cerchiata: anarchy in the UK!
London Calling – The Clash: i Clash sono stati un grandissimo gruppo, senza ombra di dubbio. Nati col punk, sull’onda di Damned e Sex Pistols, hanno portato il rock degli anni 70 a contatto col raggae, lo ska, il rockabilly. Insomma avevano decisamente una marccia in più. Sinceramente avrei messo qua Straight to Hell, mia canzone preferita di sempre di Joe Strummer e soci, ma il riferimento inglese di quest’altro famosissimo pezzo era irrestitibile.
Anarchy in the UK – Sex Pistols: che altro dire? Da qui è nato tutto, nel bene e nel male. Ognuno poi la veda come vuole.
Damned – New Rose: io stimo tantissimo i Damned anche perchè ad un concerto mi hanno offerto della vodka. Per questo li amo e li adoro. New Rose è stato il primo pezzo inciso su disco di un gruppo punk nella storia. Ascoltarla oggi, a distanza di 30 anni è un po’ strano, ma se contestualizzate è un esperimento godibilissimo. Comunque: viva Captain Sensible!
Teenage kicks – Undertones: questa canzone non la conoscevo e l’ho trovata cercando su Google “punk inglese”. Adesso io conosco una bella canzone in più e voi conoscete i miei metodi di documentazione scientifica nel mettere insieme le palylist.
No more heroes – The Stranglers: grandissimi Stranglers! Anche se col punk c’entrano poco mi piacciono troppo per non metterli. E in ogni caso sono inglesi. E in ogni caso il periodo è quello. Dai non fate i noiosi: piacciono un sacco anche a Enrico Ruggeri.
Honk Kong garden – Siouxsie and the Banshees: questi buffi capelloni inglesi, capitanati dalla darkettonisa Siouxse, sono figli della prima ondata punk d’oltremanica. Hanno poi virato rapidi verso il post-punk e il dark, ma in questo pezzo si sentono chiare tutte le origini della loro, purtroppo bella e noiosa, musica.
Army life – Exploited: neanche questa canzone la conoscevo, ma l’ho trovata su Wikipedia. Svelato segreto numero 2. Il problema è che questa è pure brutta! Bleah!
Centro di gravità permanente – Franco Battiato: ma che senso hanno le etichette in fondo? Queste categorizzazioni hanno senso? Non sono troppo ontologiche? Ma soprattutto: cosa vuol dire ontologico. Ciononostante: non sopporto i cori russi, la musica finto.rock, la new wave italiana e il free jazz punk inglese. Eccheccazzo!