Exit Music (for a Film)

Best of 90s (VOL 2 – Radical-chic edition)

Ascolta questa incredibile playlist:



Come promesso ecco arrivare su queste dorate pagine HTML la tanto agognata seconda parte della playlist anni 90. Se nella prima si era parlato delle migliori canzoni truzze degli anni 90, questa volta si abbandona il lato oscuro per abbracciare le canzoni con la “c” maiuscola, quelle belle, quelle intellettuali, quelle vere, quelle che “no, queste non le passano per radio, esistono solo 50 copie inascoltabili pubblicate in bootleg illegali”. Vabbe non proprio, dai, anche perchè le canzoni degli anni 90 che potrei inserire sono davvero troppe. Insomma Michele ci propone i più grandi successi di critica e noi lo seguiamo a ruota con le migliori canzoni famose ma sofisticate dei 90s. Ovviamente come promesso, anche questa playlist è in offerta speciale, come l’altra, ed è composta quindi da ben 16 canzoni: le prime 8 sono i successi cazzuti di noi tutti, mentre le altre 8 sono le canzoni cazzute mie e solo mie. Il parallelo tra le due canzoni in questo caso è molto più evidente che nella prima puntata, spesso sono riuscito persino a pescarvele dallo stesso album. Che stile! Che classe! Si vede che sono cresciuto negli anni 90! Ma insomma orsù, si cominci a spron battuto…VIVA GLI ANNI 90!

Radical-chic Nineties of YOUR lives

  • Paranoid Android – Radiohead: dall’album migliore della storia della musica dopo The Dark Side of the Moon, un pezzo che, anche se è diventato meno famoso di Karmapolice, è un capolavoro. Da ricordare ad ogni costo il bellissimo video a cartoni animati. Insomma se avrete un figlio nei prossimi anni, dovrete fargli ascoltare tutto Ok Computer e dirgli “Ai miei tempi si che facevano musica cazzuta!”

  • Grace – Jeff Buckley: Jeff Buckley è stato un eroe, e come tutti gli eroi è morto giovane. Nessuno sa dove sarebbe potuto arrivare perchè un’onda beffarda del Mississipi se l’è portato via dopo solo un album. Grace rimane l’epitaffio perfetto di un talento indiscitubile, di una voce che ha avuto raramente eguali nei contemporanei e, grazie anche ad arrangiamenti capolavoro di Andy Wallace, di un disco che rimarrà nella storia come una goccia purissima nel mare degli anni 90 (lo ha detto anche Bono!)
  • It’s no good – Depeche Mode: questa canzone in realtà andava nell’altra playlist ma nell’altra ci andava anche il suo contraltare, Enjoy the Silence. Cosa vi devo dire? Volevo tutte e due le canzonei dei Depeche tutte per me. Potete anche concedermelo, no? Ingrati!
  • Giudizi universali – Samuele Bersani: anche in Italia abbiamo avuto i nostri maestri degli anni 90. Secondo me Samuele Bersani è uno di questi, anche perchè in quel periodo i suoi arrangiamenti orrendi erano ancora passabili. La canzone è famosa e strafamosa ma è comunque di una qualità assoluta, elemento che la pone a pieno diritto in questa seconda parte della playlist.
  • Zombie – Cramberries: la canzone non è troppo sofisticata, è vero, ma alla fine è una canzone simbolo della decade. Si, avete ragione, la passava pure Mtv. Eh vabbe ma che ci devo fare? Alla fine non me la sentivo di tenerla fuori, oltretutto è proprio un pezzo azzecatissimo. E vuole bene ai bambini. E vuole male alla guerra. Ok, lo ammetto, questa canzone non c’entra un cazzo. Touche.
  • Countryhouse – The Blur: mentre le folle più becere seguivano con adorazione le follie dei fratelli Gallagher, i ragazzi di un certo spessore come me tifavano in segreto Damon Albarn e compagni, in una guerra giustamente citata anche da Elio in Christmas with the yours “Peace between Blur and Oasis!”. I Blur erano così cool, così radical-chic, così sobri ed eleganti. Mentre gli Oasis canticchiavano facili ritornelli finto rock sospinti da una manciata di ampli Orange, Graham Coxon dipingeva riff indimenticabili con la sua quasi timida chitarra pop. Mentre Liam urlacchiava e faceva tremare gli stadi, Damon gigioneggiava armato di frangetta e felpa della Fila. Insomma: la rivincita dei fighetti!
  • Nothing else matters – Metallica: il metal che abbraccia il grande pubblico, in una ballad che ha toccato il cuore di tutti noi. Le chitaraccie di Hammett si fanno docili, docili ed il vocione di Hetfield caldo ed ammaliante. Noi giovani un po’ esperti di musica rispondevamo con questo pezzo alle provocazioni dei truzzi che ci provavano con le più carine della scuola a colpi di Laura Pausini e Backstreet Boys. Ovviamente vincevano sempre loro…ah le donne, malefiche adorabili donne!
  • La terra dei cachi – EELST: la rivoluzione copernicana a San Remo. La canzone più brutta mai scritta dagli Elii (probabilmente seconda solo a Cartoni animati giapponesi) diventa simbolo di una bellissima sconsacrazione. Tutti a cantare Elio e non Eros Ramazzotti! Goduria!

Radical-chic Nineties of MY lives

  • Exit Music (for a film) – Radiohead: la canzone fu scritta per la colonna sonora di Romeo+Juliet, film anch’esso simbolo degli anni 90 interi. Un pezzo abbastanza in ombra all’interno del mastodontico splendore di Ok Computer ma a cui sono sempre stato molto legato. Mi preme sottolineare il testo che è, a mio parere, una bellissima reinterpretazione dei temi più alti e profondi della tragedia Scecspiriana (non ho voglia di cercare su Google come si scrive, neanche con l’instant search).

  • Mojo Pin – Jeff Buckley: questa canzone è la opening song dell’album Grace. A casa dei miei genitori io mi svegliavo tutte le mattine col timer dello stereo che, non essendo particolarmente evoluto, faceva semplicemente partire il CD. Dopo qualche anno avevo imparato a scegliere accuratamente quale CD inserire nel lettore la sera, valutando di ciascun album le proprietà psicologiche della prima canzone. Il giorno prima di un esame mettevo S&M dei Metallica, che parte con la versione orchestrale di The Ecstasy of Gold di Morricone. Invece quando sceglievo Grace…era depressione pura. Brutti periodi con Grace, cari amici. Però a pensarci ora devo proprio dire: che bella depressione!
  • Enjoy the silence – Depeche Mode: questa è la mia canzone dell’ammmmore preferita. In realtà avrebbe dovuto essere invertita con It’s no good e pubblicata nella prima parte. Ma quest’oggi avrete notato che sono un po’ anarchico e quindi ho deciso di disporle così. Questo perchè in realtà non potevo non mettere questo pezzo nelle MIE canzoni. E, oltre a ciò, essendo MIE ci faccio quel che mi pare. Se non vi sta bene mandate una mail a Michele, che almeno è contento che qualcuno gli scrive a proposito di FO5.
  • Coccodrilli – Samuele Bersani: ma quanto è bello questo testo? Un non-sense strapieno di sense che ho amaoto negi anni 90, dimenticato per tutti i 2000 e poi improvvisamente riscoperto negli ultimi mesi. Ascoltate con attenzione le parole, tonde che di più non si può, di questo pezzo e vi comparirà davanti agli occhi un film. La capacità infatti di narrazione di Bersani in questa canzone raggiunge i massimi storici: pur raccontata con frasi e periodi apparentemente ironici e senza senso, chiunque sia un minimo attento si renderà conto che ciò di cui parla il Samuelone è una stora precisa, perfetta, assolutamente…cinematografica!
  • Bran Van 3000 – Drinking in LA: la canzone visuale per eccellenza, chiudete gli occhi e siete nell’afosa estate di Los Angeles, sfatti dal caldo e dall’alcol. Un’atmosfera e un mood che sono un dipinto, anzi una fotografia. Così come il testo: tirate un attimo su lo sguardo dal bicchiere, guardatevi intorno e senza più di tanto stupore chiedetevi “cosa diavolo sto facendo a 26 anni, bevendo a Los Angeles?”. Che fine abbiano fatto i Bran Van 3000 è tuttora un mistero, fortuna che prima di sparire ci hanno regalato questo miracolo musicale. La MIA canzone da sempre!!!
  • Boys and girls – Blur: se negli anni 90 mi avessero chiesto “Damiano, butta via il tuo deforme corpo adolescenziale e scegli le fattezze di chi vuoi” io avrei scelto di essere Damon Albarn in questo video. Fantastico!
  • I don’t like the drugs (but the drugs like me) – Marylin Manson: questa è una canzone incredibile, perfetta. Non lasciatevi ingannare dal testo banale e dal personaggio Manson in se. Questo non è importante, non ci interessa. Ascoltate la perfezione musicale che sta sotto un progetto, quello di Mechanical Animals, che aldlià delle etichette industrial goth post quel che vi pare metal, suona da paura!
  • Il vitello dai piedi di balsa – EELST: la prima canzone che ho cantato a memoria. E pensare che non l’avevo mai sentita, me la cantava mio cugino. Per un certo periodo infatti ho pensato l’avesse scritta lui. Ma pensa te!

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