Exit Music (for a Film)

Venezia arriveremo…prima o poi

Ascolta questa incredibile playlist:



Amici e conoscenti di FO5, mi trovo in un momento psicologico e
parapsicologico della mia esistenza. Michele sostiene sia più che altro
un mio momento psicotico, ma lui certe finezze non le coglie, mi dà del
pazzo, cerca brutalmente di riportami alla realtà. In effetti ha ragione
e comunque, si insomma, dobbiamo tenercelo così, ci piaccia o no.
Parlavamo di psicologia e psicanalisi e allora psicoanalizziamo la
variazione che il Boss ci propone questa settimana. Venezia ed il suo
festival, Venezia come sogno irrangiugibile della redazione di
FiveObstructions, Venezia come simbolo del “Abbiamo sfondato con
FiveObstructions…abbiamo gli accrediti per Venezia”. Insomma una
famosa città lacustre divenuta un Eldorado a cui tendere, ben sapendo di
non poterci arrivare mai. Ma si vive così, ponendosi falsi obiettivi
che ci danno la forza di andare avanti. Si vive così, come eterni Wile E
Coyote la cui unica ragione di vita sono traguardi da non realizzare,
perchè se si realizzassero non avrebbe più senso continuare ad inventare
strane trappole e schiantarsi al suolo da enormi canyon. E chi può
vivere senza un sogno da NON raggiungere? Nessuno! E con nessuno intendo
proprio nessuno, quindi neanche i nostri amiconi divi dello showbiz
musicale. In molti hanno dedicato canzoni a mete immaginarie, città e
luoghi che erano simboli di un obiettivo da raggiungere, un sogno da
coronare, e io ve le mescolo e ripropongo perchè tutti noi abbiamo una
cazzo di Venezia che da qualche parte ci aspetta!

  • Sognando California – Dik Dik: siamo nei ruggentissimi anni ’60, e
    impazza la moda della cover italianizzata di canzoni americane. E così i
    Dik Dik prendono California Dreamin dei The Mamas & The Papas e ce
    lo ripropongono così, all’italiana. Sognando California, sognando
    canzoni americane che da noi ancora non si scrivono. L’america con la
    “a” minuscola come meta irraggiungibile e modello da imitare. E
    insomma…si va in California!
  • Smalltown boy – Bronski Beat: massì ragazzo di campagna,
    prendi il treno e vattene dal natio borgo selvaggio! Corri via, corri
    via, corri via! Ma tanto anche là, è un casino lo stesso. E allora..si
    va in casa propria!
  • Messico e nuvole – Enzo Jannacci: bello il Messico, il mare, il
    sole, la calma. Ma cosa c’è sotto? Come fa quella gente che va fin là?
    Io vorrei ritornare laggiù da lei ma so che non andrò. Sogno, ma non
    posso e non devo. Che voglia di piangere ho, insomma! Jannacci ci offre
    la sintesi perfetta del paradiso che diventa inferno, con quello stile
    urlacchiato, goffo, straziante ma pur sempre comico che ci fa proprio
    pensare: ma siamo proprio sicuri…si va in Messico!?

  • Beverly Hills – The Weezer: Beverly Hills, donne, lusso, piscine,
    feste di playboy. Voglio diventare miliardario e andare a fare un cazzo a
    Beverly Hills! Ma poi sarà vero? Forse è solo una fuga da piccolo
    impiegatuccio verso un mondo che tanto non esiste. Beh però un tentativo
    lo farei lo stesso: si va in Beverly Hills!
  • Onda su onda – Bruno Lauzi: cadere dal ponte di una nave può non
    essere un’esperienza piacevole, soprattutto se, a mollo nell’Oceano,
    vedete la vostra Sara che balla con un altro. Alla fine però potrebbe
    esserci un’isola deserta ad attendervi, con banane, lamponi, donne e un
    sacco di virtù. Ma l’isola esiste? O è solo una vendetta nei confronti
    della maledetta Sara? Forse l’isola è solo un modo per immaginarsi, da
    depressi traditi, il momento bellissimo di quando, della sopraccitata
    maledetta Sara, ci saremo dimenticati per sempre e rideremo beffardi
    alle sue spalle. Ah! Ah! In ogni caso, com’è come non è, l’isola pare un
    gran bel posticino, soprattutto poichè pieno di virtù. E quindi: si va
    in Isola Deserta!
  • Franz è il mio nome – Edoardo Bennato: la città proibita, la città del sogno. Franz vende biglietti per valicare il muro ed arrivare a Berlino Ovest. Musica, luci, suoni, vetrine. Desideri che finalmente si avverano, nella città in cui tutto si può comprare. Nella città che è la rappresentazione di un mitico occidente di lusso. Ma il problema è che…se finirai i soldi, una mattina, ti troverai dall’altra parte della vetrina! In questo bellissimo pezzo un ispirato Bennato si chiede: ma siamo proprio sicuro che si va in Berlino Ovest?
  • Extraterestre – Eugenio Finardi: immaginate che un giorno arrivi ET e vi porti su un pianeta tutto vostro. Voi però poi vi stufate: il dito rosso illuminato la notte non vi fa dormire, il cellulare non prende e in TV non arriva neanche il segnale di TeleLupa. Eccheppalle! E’ meglio tornarsene in questa valle di lacrime che sarà pur lacrimosa ma c’è un po’ di compagnia! Insomma: non si va in pianeta tutto mio!
  • Una terra promessa – Eros Ramazzotti: …mah…beh…dopo questa…sapete cosa vi dico…si va tutti in branda!

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