Bordighera Rock City
Eh si, tutti
i più grandi poeti che si sono cimentati a narrar di musica e di
musici, sempre l’hanno paragonata ad un sublime viaggio: l’anima che
lieta vaga su di un bemolle o un silasol. E io che non son da meno, da
sempre poetico e delicato come un bocciuolo di giaggiuolo (oh yeah!), colgo
l’occasione che mi porge il prodigo Michele e vi propongo una playlist
fatta di città. Città grandi, piccole, medie, belle, brutte, simpatiche e
antipatiche. Un viaggio in musica nelle terre del rock e affini. Le città sono sempre state fonte di
ispirazione per tutti i più fighi rocchettari del pianeta, si sa. Pensate un
po’: quanti artisti hanno legato i propri destini alla propria città
d’origine? Quanti canti d’amore e di odio essi hanno intonato in onore
della propria terra? Eh, appunto: quanti? Boh, io sinceramente non lo
so, intanto comincio a scrivere, mano a mano qualcosa in mente mi verrà,
così contiamo insieme*.
- Detroit rock city – The Kiss:
inserisco questa canzone, tra le centinaia che si potrebbero inserire,
soltanto perchè è stato uno dei primi soli di chitarra che io abbia mai
imparato. Era in effetti facilissimo ma io in quel momento mi sentii
proprio una rockstar. E poi mio cugino, in adolescenza grande fan di
questi omoni truccati, era davvero contento….Ma suvvia! Sto
scherzando! I più acuti di voi si saranno senz’altro accorti che il
riferimento a questa canzone è dovuto, oltre al riferimento alla città
delle macchine vecchie Detroit, al fantastico film che proprio da
questa canzone ha preso il titolo. Da ricordare assolutamente la scena
iniziale in cui la vecchiacchia mette sù il disco e devasta il salotto.
Fantastico. - Under the bridge – RHCP:
the City of Angel è la vera protagonista di questa canzone. Ma anche i
trip sono i protagonisti di questa canzone. Insomma i Red Hot ci
propongono un inno a Los Angeles in chiave tossicomane romantica. Ma
aldilà di tutto l’amore che traspare dalle parole di Anthony Kiedis per
la città è davvero memorabile ed il pezzo è a pieno diritto nella
storia del rock degli anni 90. - Tema: la mia città – Afterhours:
vista la mia permanenza coatta nella città della moda, non potevo
esimermi dal citare questo bellissimo pezzo dell’utlima fatica
discografica di Agnelli e soci. La “sua” città è ovviamente Milano e il
ritratto che ne esce è incredibilmente efficace e tagliente. Mi sento
di citare due frasi che sono più chiare di 1 300 000 abitanti e 183 km
quadrati: “La libertà? sentirti sola con chi vuoi” e “Sindaco o no,
credo siano guai, di urbanità bilanciocentrica. Chi affronterà i
maglioncini degli insorti? Blog, rhum e cocaina per battere il
sistema..”. La mia città? Mah! - Lasciarsi un giorno a Roma – Niccolo Fabi:
tra le tante canzoni dedicate alla città eterna, scelgo questa di
Niccolò Fabi. Per un paio di ottime ragioni: la prima è che le altre
erano davvero tutte troppo scontate, conosciute e old style (ROMA
CAPOCCIAAAA DER MONNO INFAMEEEE!!!), la seconda è che oggi mi è venuta
voglia di ascoltarla. Quindi la propino a tutti voi per ascoltarla io.
Bello il potere, eh? - London Calling – The Clash:
manifesto della Londra punk a cavallo fra 70 e 80, questo successone
dei Clash è uno spaccato fedele di un movimento intero. Insomma la
phoney beatlemania ha mangiato la polvere ed i nostri uomini…vivono
by the River! - Miami – Will Smith:
questa canzone è specchio fedele di una città, Miami, che è entrata
nell’immaginario collettivo di tutti noi come poche altre. Patinata,
decadente, peccaminosa come una puntata di Miami Vice, insomma. Questo
bel pezzo di Willy il Principe di Bel-Air è proprio azzeccato: figa
ispanica, etnie di ogni tipo, palme e rap facile facile. Insomma: “$100,000 Cars, everybody got em.
Aint no place in a club to see sly stallon, miami, my second home” - Sweet home Chicago – Blues Brothers Band:
in realtà la canzone non è propriamente della Blues Brothers Band, e in
realtà non ho proprio idea di chi sia. Però anche in questo caso il
riferimento cinematografico (ebbene si ogni oggi mi sono
improvvisamente reso conto di scrivere su un sito di cinema e non su
una rivista porno) è inevitabile. Tutto il film di Landis è un inno
d’amore alla città del vento e questa canzone, inserita nel momento
topico del film, non fa altro che sottolineare questo rapporto
indissolubile tra asfalto e cemento, celluloide e vinile. Vai Jake, vai
Elwood! - People from Ibiza – Sandy Marton: ma
cosa vi devo dire? L’unico rammarico è di non esserci stato quando
avrei dovuto (tra i 19 e i 22), adesso l’unica consolazione viene dal
magico Sandy! Vai Sandy, vai, riportaci al becerame anni 80, vai Sandy
menaglie a tutti…hey boyz vai col coro…PIPPOL FROM IBISSA’ PIPPOL
FROM IBISSA’! IBISSA’ WONDERLAAAAND!
* niente illusioni: son sempre otto