Serenity – I dimenticati
Il clou qualitativo presente nell’ultima variazione del 2008 è sicuramente rappresentato da Serenity. Per chi lo ha visto e apprezzato senza saperne troppo probabilmente sarà fonte di gioia sapere che l’esperienza non termina con le due ore di film. Cioè in realtà è vero che termina lì, ma parte da molto più indietro. Tutto nasce infatti dall’apprezzabile, ma troppo sfortunata, serie Firefly di soli 14 episodi, qualitativamente altalenanti, ma sicuramente sempre interessanti e divertenti.
Probabilmente quasi tutti quelli che hanno visto il film la conoscono e la apprezzano (è stata anche trasmessa in italiano su Canal Jimmy, se non sbaglio, anche se nel doppiaggio si sono perse le fondamentali bestemmie in cinese incluse nei dialoghi originali). Quello su cui invece non tutti hanno potuto mettere le loro manacce è il fumetto (ebbene sì, colpo di scena) di Serenity, intitolato “I dimenticati”.
Nel fumetto ritroviamo l’allegra banda di briganti alle prese con un colpo che cronologicamente si colloca dopo l’ultima puntata della serie televisiva (per la versione italiana è “Objects in Space”, magistralmente diretta da un Whedon in stato di grazia, di sicuro la migliore della serie al pari con la comicità devastante di “Our Mrs. Reynolds”). Attraverso le tre parti del fumetto si arriva a capire la strana situazione in cui si trova l’equipaggio all’inizio del film.
Non sono di certo la persona più adatta per valutare il tratto di un fumetto: è una forma espressiva che, mea culpa, sto trascurando un po’ troppo. Devo dire però che anche se di solito mal digerisco i tratti europei (ad esempio David Lloyd) o quelli americani (Frank Miller) trovandomi più a mio agio con i tratti Giapponesi (Miura) questo discorso per Serenity non vale. I disegni riescono a trovare una forte espressività, che cerca di ricalcare la fotografia della serie tv, senza sembrare troppo piatti e/o iperdettagliati.
A livello di sceneggiatura si notano due cose. Innanzi tutto che Whedon è troppo innamorato della sua creatura per arrendersi di fronte a produttori poco lungimiranti che hanno tagliato la serie prematuramente. La seconda che il suo contributo si nota eccome. “I dimenticati” si può considerare come un ottimo episodio di Firefly, in cui nulla stona (oltre alla già menzionata fotografia). E’ presente l’acuto e graffiante umorismo che caratterizza i membri della ciurma (“Che popolo devoto hai trovato qui pastore. Pensavo che in quel vostro libro ci fosse qualcosa come ‘Non sparare alla gente’” “Infatti. Viene giusto prima di non rubare”). Così come l’orgoglio di un capitano che si trova a traballare tra i propri valori, la propria volontà e il proprio dovere. Tra l’altro proprio la figura di Mal nel fumetto disegna esattamente il pezzo mancante della sua parabola che serve a comprendere il monologo risolutore da lui pronunciato nel film seguente. E questo discorso vale un po’ per tutti i personaggi (River, Book e Inara su tutti).
Interessante anche il tema della vendetta, che giace sullo sfondo di una più esplicita e generica ribellione a un ordine costituito sulla forza e sul disinteresse alla vita umana. La scena culminante del duello viene infatti scandita con una domanda fulminante: “Se mi uccidi cosa succederà?” “Non lo so. Credo che mi dedicherò a qualcos’altro…”. Viene smascherata la falsità della vendetta con meccanismi simili al grandissimo Old Boy, in maniera più esplicita e goffa rispetto al film di Chan-Wook (ma d’altronde non ci si può aspettare niente di meno dal raffronto con il miglior film del XXI secolo). La vendetta è un viaggio autodistruttivo senza termine, perchè con l’esaurimento della vendetta ha fine anche il motivo per cui si vive. Quando si dedica la propria vita alla vendetta si è già scelto di non vivere, ci si è arresi alla vittoria di chi ci ha posto in tale condizione.
Insomma, “I dimenticati” è un ottimo fumetto autoconclusivo che vale i suoi 9 Euro. Non ci sono molte chicche extra in realtà: ci sono gli artwork dei personaggi (ognuno di essi è la copertina di una delle tre parti in cui si divide il fumetto, uscito solo in versione unica in Italia), oltre all’introduzione scritta da Whedon e ad alcune foto dal set di Serenity.
Infine segnalo che l’avventura dell’equipaggio della nave classe Firefly non si ferma nemmeno con questo volume. E’ uscita infatti a Marzo dello scorso anno un’altra graphic novel divisa in tre parti: Serenity – Better Days. Sembra che quindi si possa stare tranquilli: non sono solo i personaggi ad essere duri a morire, ma anche i loro autori.
Saluti,
Michele
Tu prestare me fumetto vero?
Tu rispondere si.
Grazie ^_^