Invisible monsters
Ciao a tutti amici di vuvuvucinqueostacolipuntocom, questa settimana la playlist che vi propongo riguarda il sottile rapporto tra l’individuo e la società, rapporto che andrò testè a riassumere con un vivace scambio di battute:
“Perchè non posso mettermi le dita nel naso?” Perchè sta male! Non si fa!
“Perchè non posso pulirmi i denti con le dita, grattarmi le zone intime ed emettere fragorose flatulenze? Perchè non è buona educazione!
“Perchè non posso accoppiarmi liberamente e selvaggiamente?” Perchè non è bello, gli altri si offendono e poi che figura ci facciamo?
Insomma questi sono tipici esempi dello scontro che da sempre vede opposti individui eccezionali e liberi a società liberticide, cattive ed antipatiche. Proprio come Marty McFly in Ritorno al Futuro II o il povero Penteo nelle Baccanti di Euripide, vediamo i più eroici prometei (wow! troppo avanti!) protagonisti del folle mondo della musica:
- Out of Control – The Chemical Brothers: prendo ormai come tradizione infilare una canzone dei fratelli chimici nelle mie playlist e, per questa nostra Invisible Monster, non potevo esimermi dal citare questo pezzo fantastico.
- Non si esce vivi dagli anni 80 – Afterhours: chi lo ha detto che una società utopica debba essere di fantasia e non possa essere semplicemente cronologica? Io? No, io no, forse tu!? No, assolutamente pensa anche a Pleasantville! Bene allora siamo d’accordo tutti: se la mia pelle è del 2000 la tua è quella anni 80! Non si esce vivi dagli anni 80!!
- Loser – Beck: nello scontro citato poc’anzi tra individuo e società Beck esce sicuramente sconfitto, ma con questa sconfitta riesce a dare un nome ed una bandiera ad un’intera generazione.
- Television rules the nation – Daft Punk: altro che società utopiche legate alla religione, al passato, a riti pagani e “chissàcchi/chissàccosa”. Tutti noi giorno dopo giorno abbiamo un mostro invisibile al fianco che ci guida e ci governa. E i francesissimi per eccellenza lo sanno, data la lunghezza di quanto la sanno.
- Run like Hell – Pink Floyd: in realtà, ragazzi miei, tutto The Wall dovrebbe entrare dentro questa playlist, lo sapete meglio di me. Tra le tante scelgo Run Like Hell, primo perchè non piace quasi a nessuno e a me si, poi perchè è, da un certo punto di vista, la più esplicita di tutte.
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Amen – The Damned: da uno degli album a cui sono più legato (Grave Disorder, una perla sconosciuta ai più ahimè!), estraggo questa sottile ed intelligente delizia anticlericale: Think you can challenge me come on,
I’ve seen’em all off one by one: Old Gallileo’s long forgot, Though he was right and we were not, Amen. - Freak on a leash – Korn: se sempre più spesso vi sentite schiavi di una società che vi aliena e vi soffoca tra le sue spire mortifere, se sempre più spesso percepite intorno a voi la minaccia di un potere oscuro ed opprimente che non vi lascia vivere, se sempre più spesso vi sentite soli e diversi in un mondo che vi odia, se sempre più spesso vi rendete conto della vostra incredibile somiglianza con Giuseppe Garibaldi…la società non c’entra nulla, siete voi che siete completamente sciroccati! Evviva! Evviva! Evviva!
- The Prisoner – Iron Maiden: ispirata alla nota serie tv, questa bella canzuncella metal dei padri padrini del metal stesso, è l’ideale per questa nostra bella playlist. E poi gli Iron, sono sempre gli Iron! SUPERULLODIBRUTTO! VAI DI AIRGUITAR! ROTEINO I CAPELLONI UNTI! UUUUUUUUUUUUUUUUHA!
- Gay Bar – Electric six: come oramai è tradizione di questa rubrica, l’ultima canzone vuole essere un’apertura alla speranza, anche nelle variazioni più buie e cupe. Ragazzi, voi che siete stati esclusi, emarginati e sconfitti da queste società cattive, puzzone e libertice, sentitevi a casa tra i vostri simili e date sfogo alla vostra vera natura…IN THE GAY BAR!*
* chiedo comprensione alla nutrita comunità gay fan di Five obstruction: si scherza ragazzi sapete che noi, io e in modo eccezionale Michele, vi rispettiamo profondamente. Tenete duro ragazzi là fuori è un mondaccio!