Arte in caduta libera
Quello che vi presento oggi è un esempio un po’ atipico della stop motion alla quale è dedicata questa settimana di Five Obstructions. Il corto che potete vedere qui sonno infatti è realizzato da Tomek Baginski, un artista polacco della computer grafica. Come potete leggere alla fine della variazione sulla stop motion la mia posizione è quella di una certa insofferenza tra l’uso combinato di questa tecnica proprio con la computer grafica. Ma la mia non è ovviamente una posizione di assoluto rifiuto.
Sarebbe infatti ingenuo precludere a una forma espressiva una delle sue possibili evoluzioni. Di più: sarebbe controlo spirito che anima Five Obstructions. Secondo il nostro parere nel cinema e nell’arte in generale il concetto di “lesa maestà” non esiste: tutto si può rifare, reinterpretare, peggiorare, migliorare nei metodi e con le tecniche che si preferisce.
Baginski con Fallen Art trova un approccio geniale che dà vita alla piccola storia che sta dietro questi cinque minuti. L’espressività dei suoi modelli digitali è elevatissima, caricaturale, grottesca. I suoi modelli umani deformi secondo il loro animo parlano senza bisogno nè di dialoghi nè di alcun secondo aggiuntivo di pochi che gli vengono concessi. E quando si arriva alla scintilla della stop motion si capisce qual è l’idea dirompente e innovativa che manca in molte altre opere ben più lunghe o blasonate. Una scintilla che sa miscelare magistralmente il comico grottesco, la risata di pancia al livello più basso del termine e anche un sottile e raffinato umorismo. Tutto assieme.
Perchè questo spettacolo finale, composto di medaglie e carcasse è in fondo da una parte una esplicita e giocosa metafora dei falsi onori militari concessi alla carne da macello. E dall’altro un inno allo sguardo dell’artista, che anche se ributtante fuori è in grado di riuscire a trarre significati profondi e amore per la vita anche da ciò che ne è la negazione. Un doppio filo che si intreccia quindi, un corto molto complesso nelle sue spire che difficilmente risultano chiare fin da subito. E, soprattutto, un corto godibile e apprezzabile da tutti.
Questa non è l’unica opera di Baginski. In giro per la rete potete trovare anche Katedra, più solenne e visivamente d’impatto (veramente da brividi la scena del sorgere del sole), ma che ho apprezzato decisamente di meno, in quanto più piatto di questo Fallen Art.
Saluti,
Michele
Trackbacks/Pingbacks
[...] ricordate di Tomek Baginski? Ne parlai un anno fa “recensendo” uno dei suoi corti più apprezzati in giro per la rete: Fallen Art. Il [...]