Commissione – Parte prima
Seconda intervista dal blog di FiveObstructions. Caspita, stiamo anche quasi diventando dei professionisti. Questa volta ce la prendiamo con “Commissione”, un corto realizzato dalla Meow Productions. Commissione è il secondo corto di una trilogia diretta da Misbah Osman e sceneggiata da Francesco Stefanacci della scuola Anna Magnani di Prato.
UPDATE: Mi sono stati passati i link su youtube delle due parti di Commissione, quindi potete godervele direttamente qui. Buona visione!
Parte 1:
Parte 2:
Essendo parte integrante di una trilogia è difficile parlarne senza rapportarlo agli altri due capitoli (Successione e L’ultimo giorno). Un avvertimento: la recensione probabilmente rovinerà la visione del corto con qualche spoiler, quindi vi consiglio caldamente di guardarlo prima di leggere.
Di certo la prima cosa che salta all’occhio, fin dall’incipit iniziale, è una maggior cura a livello di scrittura della sceneggiatura. Innanzi tutto la presenza di una certa ironia e di battute taglienti rende la visione più piacevole rispetto al precedente “Successione”, dove la vicenda era appesantita da un tono tragico difficilmente sopportabile. Inoltre vengono limate quelle due o tre parole di troppo che ledevano nel primo corto la regola d’oro dello “show not tell” cinematografico. Infine si nota anche il coraggio di concedersi un convincente twist narrativo finale, che come ben sappiamo spesso rischia di essere un’arma a doppio taglio.
La maturità raggiunta si riflette anche nel tema che si è deciso di trattare. In “Successione” l’offerta al ragazzo qualunque di un super potere con tutti gli scrupoli di coscienza del caso è sicuramente un tema poco originale e piuttosto trito. Quello che si vuole mettere in campo in “Commissione” è ben diverso e più maturo, di certo non si ha l’impressione di assistere a una versione filmata dell’ingenuità di una storia alla Dylan Dog.
Intendiamoci: anche vestire di modernità una figura della mitologia classica non è che sia un’idea che da sola basta a meritarsi la sufficienza (basti pensare ad esempio a tutte le versioni “giacca&cravatta” del diavolo). Tuttavia questa particolare modernizzazione è riuscita in pieno. Perché il mettere una beretta al posto dell’arco armato di cuori è un parallelismo che trovo assai arguto con quello che diventano al giorno d’oggi i sentimenti: piccoli, veloci, letali se passano nel posto giusto, ma un forellino guaribile in due settimane se colpiscono di striscio.
Passando a considerare gli aspetti più visivi si può notare anche in questo caso che scelta delle inquadrature e fotografia raggiungano un livello eccellente. L’unica cosa che stona è forse l’evitabile passaggio dal bianco e nero ai colori sul finale, ma credo che sia un difetto veniale e decisamente perdonabile, molto più di un certo barocchismo visivo de “L’ultimo giorno”.
Anche l’effetto speciale è usato in maniera intelligente. Perché se analizzato a livello puramente oggettivo il petalo rosso è qualcosa di infinitamente pacchiano. Ma essendo inserito nel contesto del twist narrativo, quando ci si aspetterebbe una reazione diametralmente opposta, drammatica e violenta, la sua “ingenuità” e “spensieratezza” rende l’effetto sorpresa della sua comparsa ancor più devastante.
In chiusura ritengo questo “Commissione” il miglior elemento della trilogia e, anche se non posso argomentare meglio per carenza di spazio, esprimo lo stesso in chiusura le valutazioni anche per gli altri lavori della Meow Productions.
Successione 2/5
Commissione 4/5
L’ultimo giorno 3/5
A breve pubblicherò la risposta a questa recensione ad opera degli autori di Commissione.
Saluti,
Michele
[UPDATE] La risposta della Meow Productions.
Attendo la visione nel mio Cinecorto privato, e poi ti dico ;D
E come direbbe il saggio: “Un colo di scena” *faccia snob*
La ripresa finale a colori, e lui che si introltra tra i campi di grano,
mi piace. Perchè a quel punto hai capito già dalla scena prima,
tutto quello che gira intorno al corto eeee……….
finalmente!
si accende!
la luce!
Passo e chiudo! ^_^
necessita di verificare:)