Did you mean…? #3
Cercando ancora una volta qualche cosa di interessante da raccontare, nell’ennesima interminabile attesa che Damiano mi mandi la playlist per la prossima variazione, mi è venuto in mente che è un po’ di tempo che non aggiorno la rubrica di Five Obstructions dedicata alle follie di Google. Quelle piccole pazzie che regolano ormai la vita e le dannazioni di chiunque abbia un sito web o anche solo debba lavorare a stretto contatto con l’Internet.
Per questo giro ho deciso di risparmiarvi la solita trafila di insolite parole chiave con cui la gente arriva a Five Obstructions. Invece, ho deciso di fare un giro per la rete per raccogliere un po’ di roba vecchiotta, ma sempre d’impatto. Come detto, infatti, Google ormai è qualcosa di più che un semplice servizio web. E’ un modo di vivere. E’ un modo di pensare e di soluzione dei problemi. E’ un’icona pop. Come detto da qualcuno: è un’estensione del nostro cervello. E’ quel posto che richiamiamo quando non ci ricordiamo qualche cosa.
Tutto questo lo rende speciale. In due sensi. Da un lato essendo territorio in cui avvengono molte esperienze comuni, è facile prenderlo in giro o usarlo come mezzo per far sorridere facendo riferimento a questo capitale di vissuto condiviso. Dall’altro, come ogni strumento che sia una vera e propria protesi dell’uomo, può essere utilizzato per fare arte. I suoi utilizzi fuori dalla norma diventano messaggio artistico anche perché, per le sue caratteristiche, può diventare facilmente specchio della mentalità di certa parte della popolazione, trasversale per nazionalità e cultura.
Riporto qua dunque alcune delle piccole perle che ho raccolto, appartenenti ad entrambe le categorie e mescolate come peggio non si può.
Come scrivo è indice di quanto interessante è ciò che cerco. Sarà mica un caso? Noi di Five Obstructions pensiamo di no. Cioè xò nn è ke siamo snob.
Google Street View ha ucciso Bambi
Ah, quanto sono premurose le offerte di Google AdSense…
Ora che mi ci fai pensare forse stavo proprio cercando quello…
Ammettiamolo: ecco i motivi che stanno dietro l’utilizzo di Google
Non poteva mancare un uso molto creativo delle Google Fusion Tables in collaborazione con Google Maps per una bella visualizzazione cinematografica. Qui abbiamo ad esempio il persocrso seguito dal mostro di Cloverfield nel film di Matt Reeves prodotto da J.J. Abrams.
Forse vale la pena invece soffermarsi su un uso delle Google Fusion Tables tutt’altro che faceto come quello di Cloverfield. Metto un collegamento infatti anche a due ottimi pezzi di Data Journalism pubblicati dal Guardian. Uno riguarda il posizionamento sulla mappa delle vittime della guerra in Iraq, l’altro degli attentati all’interno delle operazioni militari in Afghanistan. I dati provengono dalla famosa pubblicazione in Wikileaks.
Ouch. Watch out, you are in the middle of Google Street View!
Le maggiori filosofie di vita e religioni, dal vangelo secondo Google.
E questo è più o meno quanto volevo mostrarvi.
Saluti,
Michele