Trailer Fight

Trailer Fight #3: No more heroes any more!

Prendo in prestito uno dei tanti pezzi indimenticabili degli Stranglers per introdurre il ritorno nel 2009 dell’attesissima (?) Trailer Fight. Gli ostacoli per questa giornata sono:

  • Trailer;
  • Film corali;
  • Film di supereroi.

Molto molto semplice capire dove voglio andare a parare. Siamo ormai vicini all’uscita di Watchmen che ha tutti gli ingredienti giusti per essere davvero un evento su cui si possono versare fiumi di inchiostro digitale. E siccome questi fiumi hanno in realtà già iniziato a scorrere io colgo l’occasione per poterne parlare prima, durante e dopo l’uscita. Il suo sfidante in questo caso è il non troppo conosciuto Push.

Tutto ciò perchè l’argomento dei superpoteri negli ultimi decenni è molto gettonato anche in produzioni non esattamente fumettistiche, siano tradizionale sci-fi (L’uomo senza ombra), siano corti d’autore italiani (il qui “quasi recensito” Successione della Meow Productions), siano produzioni non necessariamente legate a una visione particolarmente coerente del superpotere o del supereroe (penso a Jumper, o Knowing). Ho scartato l’idea di fare la prima Trailer fight a tre includendo il nuovo film di Street fighter (che non avrebbe aggiunto molto alle considerazioni che farò su Push) o lo spin off di X-Men dedicato a Wolverine (che pecca nell’avere un protagonista troppo definito sulla marmaglia di altri supertizi).

Che parlino i trailer ora:

Watchmen:

Push:

Watchmen esplicita fin dallo stile di fotografia/ripresa il suo essere figlio dello Zack Snyder di 300. Francamente io ritengo che questo giovanotto abbia talento visivo da vendere, essendo riuscito a trasformare con una certa intelligenza perfino un capolavoro di Romero come Dawn of the dead. Ma ancor più sorprendente è stato l’adattare con una sapiente miscela il suo stile visivo a quello ideato da Rodriguez per Sin city sull’altra opera spartana tratta da un lavoro di Frank Miller. Se in 300 doveva fare i conti con una sceneggiatura piuttosto terrificante (mal sopporto le tendenze di Miller che trovo ampiamente sopravvalutato) con risultati tutto sommati onesti, qui con Watchmen si trova a dover partire con una bomba tra le mani. Il materiale di partenza è infatti complesso, sfaccettato e dotato di una propria identità culturale ed artistica. E la sua rielaborazione e rilettura secondo il proprio stile è molto evidente e può far storcere il naso agli estimatori della graphic novel. Dal canto mio questo mi pare un film di supereroi maturo, che pone lo spettatore di fronte a degli interrogativi e con delle soluzioni tutt’altro che banali e prive di ripercussioni. Un’opera complessa e meditata, che sembra poter dare nuova linfa vitale a una storia meravigliosa secondo stilemi espressivi inediti. E pazienza se questo non piacerà ai pochi estimatori del fumetto originale che si sentono quasi offesi se le tavole non sono riproposte pedissequante sullo schermo: Snyder non è Rodriguez ed è meglio così. Senza nulla togliere a Robert, sia chiaro.

Push invece è liquidabile in due parole. Infatti rappresenta in tutti i suoi punti proprio l’esatto opposto di Watchmen, cosa che lo fa opporre anche sul versante qualitativo. Innanzi tutto McGuigan ha usato uno stile di regia assolutamente anonimo e senza spunti di interesse. La storia non so effettivamente se sia tratta da qualcosa, ma lo spessore dei personaggi che si intravede dal trailer rasenta lo zero assoluto. Ed è proprio la sceneggiatura che mostra evidenti lacune. Sembra ridursi tutto a un mero “gruppo di superbuoni vs gruppo di supercattivi”, un’altra visione del mondo manicheista e priva di qualsivoglia attrattiva perchè uguale a tutto quello che si è visto finora. L’approccio corale al film, visto come “gruppi” e non come semplici individui, non produce alcun effetto positivo. Si riduce ad essere un X-Men dei poveri e non solletica nessuna possibile ulteriore attrattiva verso lo spettatore.

In definitiva, com’era facile attendersi, Watchmen vince su tutta la linea.

Saluti,

Michele

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