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What good is science if no one gets hurt?

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1 - Miss Muerte
2 - L'uomo senza ombra
3 - Frankenstein jr
4 - Beyond Re-Animator

Qualcuno tempo fa si è divertito a fare uno studio: ha preso mille film horror distribuiti in Inghilterra tra gli anni ’30 e gli anni ’80 e ha registrato chi fossero i cattivi in questi film. Ha scoperto che nel 30% dei casi (un film su tre!) il cattivo era uno scienziato pazzo. Scorgo in ciò dei leggerissimi sintomi di sfiducia nella scienza. Ma sicuramente mi sto sbagliando. Continuiamo a leggere, sicuramente gli scienziati rappresentano i buoni in almeno altrettanti film. E invece no, lo sono nell’11% dei film (uno su nove!). Tutto ciò è estremamente disdicevole: nell’immaginario collettivo è molto facile prendersela con qualcosa che non si capisce, e la scienza è nella modernità quello che magia e streghe erano un tempo per chi non è esattamente al passo coi tempi. E allora FiveObstructions fornisce camici e mascherine gratuiti e parte alla scoperta di questi scienziati pazzi, sicuro che non c’è in realtà nulla da temere.



1 - Miss Muerte

Non conosco molto la sterminata filmografia di un prolifico luminare del cinema di cassetta come Jesus Franco, ma a giudicare rapidamente dal piccolo campione che ho visionato mi pare di poter capire che questo Miss Muerte ne rappresenti probabilmente uno dei prodotti di punta. L’equilibrio tra paura, sangue ed erotismo che lo accostano al Joe D’Amato di Antropophagus sembra trovare nel diabolico dottor Z una combinazione vincente.

La trama parte da binari piuttosto classici: gli studi eticamente controversi e dai discutibili risultati di uno scienziato eccentrico lo portano alla derisione da parte dei colleghi e alla sua conseguente morte per lo choc subito. Ma la sua eredità viene raccolta della figlia che, altrettanto intelligente e pazza, progetta la sua vendetta. I tre scienziati, i carnefici della follia, rappresentano la resistenza del nostro raziocinio a quello che esce dai binari di ciò che possiamo comprendere. Essendo però essi stessi vittime di questa pazzia stanno a significare che il folle e l’assurdo non devono mai essere oggetto di scherno, non prima di averne una piena comprensione non basata solo sul sentito dire.
C’è molto del Mabuse di Fritz Lang nella macchina che è in grado di dare vita alla temibile Miss Muerte un concentrato di erotismo e fatalità assolutamente impensabile per l’epoca in cui il film è stato girato. Alcune stesse scelte di ripresa, come la camera a mano, fanno di questo film un capostipite quasi sconosciuto di certo cinema che esploderà poi, soprattutto in Italia, negli anni ’70.

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Voto (4/5):


2 - L'uomo senza ombra

Veroheven ci ha abituati da sempre a una fantascienza fuori dagli schemi o quantomeno interessante. Questo uomo senza ombra però è senza molte altre cose: non c’è il burlesco fascismo di Starship troopers, non c’è la solida trama Dickiana con piani di realtà intrecciati e confusi di Atto di forza, non c’è la critica sociale splatter di Robocop. Quindi, alla fin fine, cosa c’è in questo uomo senza ombra?

Personalmente lo ritengo uno Spiderman al contrario. La scintilla che ne anima lo svolgimento è, come nell’uomo ragno, il dono di un potere: l’invisibilità. Ma Veroheven ha intenzione di svolgere il suo compito a casa in maniera radicalmente diversa da Stan Lee. Il suo Peter Parker infatti si comporta in maniera diametralmente opposta, e più vicina a quello che farebbe un essere umano reale, credo (perdonatemi il nichilismo). E’ acuto il cineasta olandese nel suo sondare la natura umana e per questo va solo applaudito.
Se a livello di contenuti L’uomo senza ombra non tradisce, a livello di realizzazione si rimane alle perplessità iniziali. Non c’è, nella realizzazione, uno spunto, un acuto, un guizzo che lo possa far diventare un’icona memorabile di un certo filone di fantascienza.

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Voto (3/5):


3 - Frankenstein jr

Non si può dire che con questo film Mel Brooks abbia aggiunto qualche cosa al clichè dello scienziato pazzo. Complice la predisposizione fisica di un Gene Wilder già di base abbastanza somigliante ad Einstein, il FrankenstIn del film è una riproposizione tradizionale di tutti gli stereotipi: manie di onnipotenza, pettinatura sparata, mezzi sbrigativi, amore di conoscenza…

Ma, alla fine, a chi importa. Frankenstein jr. è di certo il suo film migliore perchè ha tutti i pregi della comicità idiota di cassetta di Brooks (attenzione lettori: idiota è da sempre per me un grande complimento in questo caso), ma non solo. Questo umorismo è sapientemente mescolato con temi alti, tra i quali il rapporto tra l’uomo e l’ignoto, un misto tra paura e voglia di scoperta. Questi temi alti trovano ampio respiro attraverso pause nella comicità sapientemente previste dalla sceneggiatura, come la solenne e foriera di brividi di piacere scena della cattura della furia selvaggia della natura per gli scopi umani oltre i propri tradizionali limiti. E anche alcune scelte comiche sono felicissime nel traghettare questi contenuti (penso alla scena dell’eremita). Come si spiega questa differenza palese con tutte le altre produzioni di Mel Brooks? Potrebbe essere la collaborazione in fase di scrittura di Gene Wilder, anche se a giudicare dai film da lui diretti in prima persona (Luna di miele stregata) non sembrerebbe proprio.

Sta di fatto che oltre quanto detto si ride. Si ride tanto e di gusto, e soprattutto con i tempi giusti, senza ridere “troppo”. Molte battute sono diventate veri e propri tormentoni da anni ormai e se ancora non l’avete visto lo diventeranno. Una nota in chiusura sull’adattamento italiano (che comunque non ha nessun peso nella valutazione di questo come di qualsiasi altro film): è stato realizzato in maniera magistrale e alcuni passi ardui sono stati resi quasi meglio che in originale.

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Voto (5/5):


4 - Beyond Re-Animator

Piccolo test. Un giorno incontrate per caso uno scienziato (in carcere eheheh). Costui vi confida di aver bisogno di voi per condurre delle ricerche. Quello di cui ha bisogno sono cavie umane per mettere a punto un suo siero verde fosforescente in grado di rianimare i morti. Qual è la vostra reazione? Personalmente di primo acchito la mia sarebbe cercare di capire come abbia fatto Yuzna a scoprire dove abito. Ma di sicuro so che subito dopo verrebbe lo sdegno per una proposta così immorale.
In fondo il dilemma morale che ci pone il dottor Herbert West, protagonista della serie Re-Animator, è molto più semplice di quello, ad esempio di Veroheven nell’uomo senza ombra. Non si tratta di dover gestire un potere caduto dal cielo, non c’è nessuna occasione che ci rende ladri. Si tratta di lavorare sodo per costruirsela, questa occasione. E, data la sua difficoltà, è facile mettersi a posto la coscienza e rifiutare. Ma quando questo siero è in grado di riportare in vita una persona alla quale teniamo più di ogni cosa le nostre certezze traballano e cadono. E si smaschera ancora una volta l’ipocrisia umana.

Purtroppo queste considerazioni, già banalizzate di per sè dal poco spazio, sono ulteriormente rese stantìe (quando non assenti) dall’opera di cui stiamo parlando. Yuzna non maschera il suo tentativo di resurrezione di West come risultato di una crisi di risultati creativi in terra iberica (vedi Rottweiler). Ma non basta avere per le mani un personaggio carismatico come il dr. West proveniente da un passato ormai straniero se intorno non si è capaci di donargli un teatro degno del suo rango.

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Voto (2/5):




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  • Ma cosa diavolo è una variazione?

    Una variazione è un insieme di film che rispettano le condizioni (ostacoli) posti dalla variazione. Ciascun film viene recensito dal punto di vista della singola variazione. Per questo un film potrebbe far parte di una o più variazioni ed essere pertanto recensito più volte.

    E proprio a questo serve l'archivio film in cui trovate tutti i film recensiti con elencate tutte le recensioni che gli sono state dedicate