Geograficamente turbati
Michele ci conduce ormai settimanalmente per mari e per monti. Lui ormai, uomo di scienza con le valigie in mano, affronta trasferte transoceaniche con la leggerezza di un Garrincha sulla fascia lasciando me, uomo provinciale e abitudinario, ad inseguirlo affannosamente. E così nella variazione di questa settimana il nostro estroso boss se ne parte per l’est per parlare di ovest. Ed io? Io non posso certo rimanere al palo, anche se devo confessare che tutto questo spostarsi mi riempie di incertezze e di paure. Ebbene si, questo viaggiare per il mondo mi terrorizza. Perchè vi chiederete voi? E’ semplice: sono le mie frequentazioni nel mondo della musica che mi causano questa viaggiofobia. Questo perchè spesse volte in questi anni sono rimasto traumatizzato dallo scoprire che certe canzoni, che all’apparenza avevano una precissima provenienza geografica, venivano invece da gruppi, band e cantanti di paesi insospettabili. Terrificante vero? Lo so, lo so, vi capisco. Quella sensazione di smarrimento che si prova quando si scopre che il pezzo metal tedesco che si sta ascoltando (immaginandosi i membri della band intenti a bere birra, ruttare e spaccarsi chitarre in testa) viene invece da un gruppo di ragionieri disoccupati di San Marino. Lo smarrimento è tanto e fa passare di botto la voglia di uscire di casa. Quindi questa playlist raccoglie tutti questi pezzi pericolosissimi in cui l’origine geografica presunta, auspicabile e di cui vi sentite certi (“Ma è ovvio che questo pezzo è americano!”) è sovvertita. Scrivo insomma per preservare da queste canzoni malvagie il vostro già precario (altrimenti non sareste qui ma su Gazzetta.it) equilibrio mentale e mettervi in guardia: la geografia è cattiva!
- Heavens a lie – Lacuna Coil (Germania? USA? No, Italia!): questi capelloni che spopolano nelle classifiche metal di tutto il mondo sono in realtà dei milanesacci doc. Grandissimi complimenti a loro, ma sopratutto a lei, Cristina Scabbia, che è una figa da paura. Una tirata d’orecchi invece per la cover di “Enjoy the silence” che, secondo me, gli è venuta proprio male.
- Lemon Tree – Fool’s Garden (UK? No, Germania!): una canzoncina pop che più pop non si può, cantata con accento britannico che più britannico non si può. Uno dei tormentoni degli anni novanta che, improvvisamente, si rileva per quel che è: una canzone tedesca! Ma non facevano metal e elettronica in Germania? Bah.
- Pull Shapes – The Pipettes (USA? No, UK!): queste 3 ragazzotte
anni 40/50 si rifanno ad uno stile incredibilmente americano. Molto frigo di piombo, molto capello cotonato, molto gote rosse e vestitone a fiori. E invece sono inglesi e provengono dall’ondata indie britannica degli ultimi anni. Si, si proprio quell’ondata fatta di chitarre spigolose e arrangiamenti lo-fi. Spaesamento, brividi, paura. - Point of View – DB Boulevard (UK? No, Italia!): quando ascoltai qualche anno fa questo pezzo dissi: “Bello! Bellissimo! Sicuramente verrà da qualche Dj strafigo californiano”. E invece no, gli ottimissimi DB Boulevard sono italianissimissimi. Ed eccoli quindi trovare finalmente posto nelle mie ambitissime playlist. In effetti devo dire che la inserisco anche perchè a questa canzone sono sinceramente molto molto legato. Ehhhh ricordi, ricordi, quanti ricordi. Ricordi di discoteche fighette, di estate, di camicie scure, di gel e sopratutto di grandi abbordamenti in pista. Ehhhhh non ho proprio più l’età!
- Surf99 – Club Gabardino (USA? No, Svezia!) avete presente la colonna sonora di Pulp Fiction? Avete presente lo stile surf alla Dick Dale fatto di tremolo e reverb? Avete presente quelle atmosfere da estate rovente nelle zone desertiche al confine con il Messico? Si? Bene, dimenticate tutto perchè questa dotatissima band surf è in realtà…svedese. Mi chiedo: come diavolo viene in mente a 3 svedesi di mettersi a suonare musica surf? Hanno mai visto una tavola da surf in Svezia? Ma vi immaginate un loro concerto in Svezia in cui fuori ci sono -6 gradi, la gente entra nella sala con i cappotti di pelliccia e i ghiaccioli al naso, loro si siedono e si mettono a suonare ‘sta roba? Insomma: grandissimi!!!
- No man’s land – Hevia (Scozia? No, ignorante è spagnolo!) questa segnalazione è solo per i più ingenui tra di voi. Non potete infatti lasciarvi ingannare dal pregiudizio per cui ogni cornamusa è scozzese. Suvvia pensate alla zampogna! Mica viene dalle Highlands? E così il buon Hevia è uno spagnolo che suona la cornamusa asturiana. Questa canzone spopolò senza apparente motivo qualche anno fa, nonostante le atmosfere e lo stile rimandino più ad una pubblicità di automobili che a una pietra miliare della storia della musica. Insomma la storia del pezzo mi ricorda la canzone anni 90 con i lamenti dei pellerossa. Ve la ricordate? Che brutta che era! Se qualcuno sa il titolo me lo scriva nei commenti che me la cerco e mi rifaccio due risate.
- Kaiowas – Sepultura (USA? No, Brasile!) Se siete caduti anche in questo tranello, dopo quello che vi ho teso poco fa, siete proprio dei beginner e un po’ mi vergogno di voi. Io che per tante playlist vi ho educato ed edotto non posso crederci che non siate ancora arrivati neanche al livello amateur. Non vi dico pro, ma almeno amateur. Si, avete ragione: videogiochi e porno non mi hanno fatto crescere bene. Ma vabbe andiamo oltre, ricordate che vi voglio bene lo stesso, non vi preoccupate. Questo storico gruppo trash non è americano ma è originario di Belo Horizonte, Brasile. La canzone che vi propongo è un bellissimo pezzo strumentale in cui le loro origini sudamericane emergono con una certa prepotenza. Consigliatissima a tutti i batteristi metal in erba.
- No tengo dinero – Los Umbrellos (Spagna? Sud America? No, Danimarca!) E veniamo alla tragica scoperta finale. Vi ricordate di questi 3 pirla? Massì dai, erano quel gruppo col mulatto emaciato vestito da cow boy e le due mignottone. Io ero profondamente convinto fossero una specie di Las Ketchup ante litteram, insomma il solito gruppetto spagnoleggiante proveniente dalle spiaggie del meditteraneo. E invece? Sorpresona! Questi tre scappati di casa sono…SVEDESI! Ma in somma cosa combinano in Svezia? Bah, io passo e chiudo signori, mi ritiro per deliberare.