Exit Music (for a Film)

Non fate viaggi con sigarette che fanno ridere

Ascolta questa incredibile playlist:



Quando si parla di viaggi, nello scanzonato e birichino mondo del rock’n'roll, non si può non parlare di sostanze psicotrope. Dalle adolescenziali “sigarette che fanno ridere” alle vere e proprie bastonate neurali a base di intrugli degni del miglior piccolo chimico, il mondo della musica degli ultimi 50 anni è stato caratterizzato dal trinomio (era dalla V ginnasio che non sentivo dire trinomio, ma temo che all’epoca si parlasse di algebra) “droga, sesso e rock and roll”. Perciò quando vi accorgete che il cantante preferito di vostra madre sta citanto visioni infantili di cieli colorati e nuvole animate, non pensate ad un riflusso fanciullesco di poesia, sappiate che è fatto. Fatto, fatto, fatto. Pertanto mi aggancio di gusto alla variazione del buon Michele, ancora per qualche tempo qui sull’italico suolo, e vi propongo le migliori canzoni dedicate ai trip, canzoni in cui la parabola del viaggio fantastico viene utilizzato per portare noi giovani verso la cattiva strada. Canzoni in cui il mood la fa da padrona, e riesce a disegnare parabole tossiche che ci portano alla rovina del corpo e sopratutto dell’anima. Perchè sì, diciamocelo, è così, il rock&roll porta i giovani alla droga, al tabacco da masticare e all’onanismo compulsivo! Abbasso il rock, viva Nanà Supergirl!

  • Golden brown – The Stranglers: questa canzone rientra spesso nei subdoli piani delle mie playlist. O comunque ci entra ogni qualvolta io debba parlarvi di canzoni “visualI”, canzoni che dipingono con l’esattezza di parole e note paesaggi precisi, perfettamente visibili a chiunque le ascolti con un po’ di attenzione. Insomma un pezzo che è un poetico viaggio in un deserto al tramonto, con un Coyote spirito-guida che vi invita a mangiare meno peyote.

  • Lucy in the sky with diamonds – Beatles: l’acronimo delle parole che compongono il titolo (LSD) direi che non lascia spazio ad equivoci: la canzone è ovviamente un inno fanciullesco al Latte e i Suoi Derivati, come poi ripreso dai saggi  Lillo&Greg in tempi non sospetti. Ciononostante, i più malizioni tra i critici hanno voluto trovare risvolti tossicomani a questo innocente pezzo, scritto in occasione di un bel viaggio che la cara Lucia ha fatto in cielo coi diamanti. Noi di FO5 invece no, noi non siamo prevenuti. Vai Lucia, vola nel cielo, vola più in alto di quella tossica di Nanà Supergirl!
  • Heroin – Velvet Underground: anche in questo caso il titolo toglie immediatamente ogni dubbio riguardo a quali siano le tematiche trattate dal pezzo. Ma aldilà della droga è su un altro aspetto di questa bellissima canzone che vorrei farvi soffermare: tutta la canzone non è altro che un viaggio dentro il corpo umano. Il cuore che batte sempre più forte. Il sangue che scorre in modo sempre più frenetico. Il fluido che lentamente scivola nelle vene ed esplode il suo effetto micidiale. Fino all’esplosione finale in cui la droga prende il sopravvento, la viola che la rappresenta impazzisce e sovrasta tutto il resto. Multimedialità allo stato puro!
  • Never let me down again – Depeche Mode: il buon Dave Gahan non
    fa giri di parole e va subito al dunque: è a secco e se non becca il
    suo “migliore amico” per farsi un giro è un casino. E così quando
    finalmente lo incontra gli dice “Ehi ciao mio migliore amico facciamoci
    un giro”. E così Dave comincia a volare in alto, alto, alto. E così dice al suo migliore amico “Hey migliore amico io non voglio più tornare giù, giù, giù.” Insomma anche il buon Dave va a finire nel cielo blu dipinto di blu
    (probabilmente anche lui con Nanà Supergirl)!
  • Comfortably numb  – Pink Floyd: in questo caso il trip è un trip provocato, probabilmente non direttamene voluto dal protagonista. Sono droghe o farmaci che fanno sentire il buon Pink con due palloni al posto delle mani, somministrati chissà da chi. Strane visioni e ricordi di un’infanzia psichedelica. Navi all’orizzonte. Mah, adesso finalmente capisco anche il titolo del pezzo:  a rileggere quello che ho scritto, anch’io mi sento un po’ confortevolmente pirla.
  • Purple Haze – Jimi Hendrix: dal più drogato dei chitarristi drogati degli anni 70 ecco la mitica e storica Purple Haze. Anche il buon Jimi qui dichiara di toccare il cielo (basta non rifaccio la gag di Nanà, ve lo giuro, anche perchè non fa ridere, scusate ma non so come stasera mi sia venuta in mente, devono essere i messaggi subliminali sull’uso di droghe che mi ha inculcato Pacman) in questa confusa nebbiolina viola. Parentesi: io ce l’ho con tutti quelli che dicono che suonasse così bene la chitarra solo perchè viaggiava con la droga in universi artistici paralleli. Evidentemente costoro non hanno mai provato a prendere una chitarra in mano dopo il secondo grappino. Io si purtroppo. Mamma mia.
  • Acido acida – Prozac +: che viaggio strano, quando tornerò poi lo rifarò poi lo rifarò. Ma soprattutto: uhouhouhoooo uhouhouhoooo. C’è altro da aggiungere? Si a dire la verità si: questo pezzo è bellissimo! Prozac + dove siete finiti!?
  • Eptadone – Skiantos: gli Skiantos rimangono tra i pochi gruppi della storia ad aver vissuto e trattato tematiche punk e ribelli degli anni 70 facendo musica demenziale. E proprio questo, da un certo punto di vista, li rende superiori anche ai magnifici Elii. RIcordiamo l’episodio del concerto in cui si prepararono la pastasciutta e non suonarono una note. Ma ricordiamo soprattutto questo pezzo, fantastico, forse la loro massima espressione di ribellione, dipendenza, demenza e genialità: “1.2.6.9. Sono andato alla stazione ho cercato
    l’Eptadone poi m’ha preso l’emozione son scappato col furgone Le
    massaie fan la coda per sentire la mia broda”. E via così…insomma grandi!

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