Exit Music (for a Film)

Prodi, Parodi e parodie

Ascolta questa incredibile playlist:



Quando
Michele mi ha parlato di una variazione sulle parodie io, avendo
erroneamente inteso “una variazione sulle Parodi”, mi stavo già
preparando a scrivere una playlist su berlusconismo, galateo e cucina.
La mia gioia era massima: l’immagine della sexy Benedetta
Parodi che si lecca un dito e dice “cotto e….mangiato!” anima da sempre in me i pensieri più bassi e biechi. Ma la consapevolezza e la ragione si sono presto rimpossesate di
me e, compreso quale fosse il vero argomento settimanale di questo
delizioso sitarello, mi sono immediatamente messo al lavoro per
proporvi quelle che sono le migliori parodie della storia della musica degli ultimi 30 anni. Parodie, non cover, perchè la parodia deve avere sempre una sua dignità ontologica ed essere, per così dire, opera a se. Un’opera originale che, seppur derivata nella sua cifra stilistica da un qualcosa d’altro, innova e diverte. Una canzone protesa al futuro nel suo richiamo verso il passato. Se questa vi è appena sembrato il paragrafo più intellettuale mai letto sulle pagine di Exit Music, vi avverto che sto scrivendo di sabato mattina presto, addormentato, sfruttando il lavoro dei soli due neuroni che stamattina erano di turno. Perciò non è intellettuale, è solo confuso. Ma cosa vi devo dire? Siamo fattti così, siamo proprio fatti così. E allora vai neurone, vai e facci sognare!

  • 1985 – Bowling For Soup: questa allegra canzuncella del 2004 è in realtà una parodia di un intero decennio. Come tante parodie, essa rivela un sincero amore per l’oggetto preso in giro. E come potrebbe essere diversamente? Qui si parla degli 80′s! il Decennio preferito dalla redazione intera di Exit Music (ovvero da me)! Nel testo della canzone vengono citati tutti i protagonisti di quegli strani, decadenti, affascinanti anni. Vi consiglio però soprattutto di dare un’occhiata al video: una esilarante carrelata di tutte le stranezze del decennio più bizzarro della storia della musica (http://www.youtube.com/watch?v=kvAjdDOshbs)
  • Bohemian Rapsody – The Queen: il buon Freddy Mercury era, si sa, un amante della lirica. Continui sono infatti, nell’universo dei Queen, i richiami al mondo operistico. Cori, arrangiamenti, ammiccamenti di un mondo apparentemente lontanissimo dalle schitarrate di Bryan May, ma che appare invece nelle canzoni dei Queen incredibilmente vicino e naturale. Bohemian Rapsody, dall’album “A night at the opera”, ne è l’esempio più lampante: una ballata e una cavalcata hard rock unite da un fantastico, storico, geniale intermezzo lirico. E quindi uniamoci al coro tutti insieme: GALILEO GALILEO GALILEO FIGARO MAGNIFICOOOO!
  • La fidanzata – Articolo 31: gli Articolo 31, seppur non suonassero esattamente il genere a me preferito, devo dire che ci sapevano fare: testi sempre molto azzeccati, basi mai banali. Aggiungiamo anche che, in Italia, hanno portato alla ribalta e al grande pubblico un genere che, probabilmente, senza di loro non sarebbe mai arrivato sull’amato stivale. In questa canzone, una delle ultime decenti prima della discutibile svolta punk rock degli ultimi tempi, i due ragazzi terribili del rap italiano prendono un campione di una vecchia canzone charleston e ne fanno una deliziosa apologia della vita da cazzone single di J-Ax. Le rime sono davvero azzeccate e la canzone, così come il video, strappano più di un sorriso. Notevole la citazione de “La ballata del Cerutti” infilata in mezzo ad un paio di strofe. 

  • The national anthem – Radiohead: i Radiohead, magnifici,
    intellettuali e sovversivi come sempre, non potevano far altro che
    lanciarsi nella parodia di tutti…gli inni nazionali! Questo pezzo, il cui
    giro di basso rimarrà forse nella storia di questi anni zero, è una
    grandiosa presa in giro della società moderna, incentrata sulla
    solitudine, sull’alienazione e sull’individualismo. Bravo Thommy!
  • Il solito sesso – Max Gazzè: una grande canzone d’amore, forse la più bella degli ultimi anni. Parole dolcissime, miele puro, amore narrato a livelli sublimi, angelici, paradisiaci. Ma poi….ma poi! La canzone è comprensibile solo guardandone il video (http://www.youtube.com/watch?v=GR4AUxtjL9Y). Una parodia spietata della canzone sanremese, realizzata però, portando la canzone sanremese a livelli mai raggiunti.

  • Song 2 – The Blur: siamo negli anni 90 e i maestri del brit-pop, capitanati dal figherrimo Damon Albarn, vengono improvvisamente sovrastati dall’ondata schitarrante del grunge, dei capelloni di Seattle, dei flanellati americani. E loro per vendetta scrivono questo pezzo facendo una fantastica ed azzeccatissima parodia di tutto un genere. La scelta di questa canzone rivela inoltre che io, lo ammetto, mi sono sempre schierato dalla parte di Damon nell’eterna guerra contro Liam. Viva i Blur! Abbasso gli Oasis!
  • Tongue – REM: Michael Stipe ha dichiarato che questa, che io forse impropriamente classifico come parodia, è una canzone che è nata dalla sua voglia fortissima di cantare una canzone uterina. Uterina? Bah. In effetti la canzone è tutta in falsetto e richiama in pieno lo stile delle grandi cantanti pop degli anni 90. Sesso e falsetto cantate da uno dei più noti omosessuali del pianeta. L’esperimento è senza dubbio interessante! 

  • Discomusic – Elio e le storie tese: io voglio essere come Zorro, Zorro, Zorro! Gli Elii, giunti ad una svolta dopo la morte del sassofonista Feiez, si dedicano al manierismo più puro e scrivono un disco, questo Craccracriccrecr, in cui ogni canzone è parodia di un genere. Il rock’n'roll, la bella canzone di una volta e questa fantastica Discomusic sono tutte deliziose prese in giro di altrettanti universi musicali. Un disco che, come dicevamo, è di più pura maniera ma rimane, come tutti i dischi degli Elii assolutamente godibile!

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