Exit Music (for a Film)

Brand Identity

Ascolta questa incredibile playlist:



Cari amici e care amiche di Five Obstructions, al pari di un inviato dal fronte, vi parlo da una situazione di totale emergenza. I coinquilini se ne sono andati
e si sono portati via L'Internet. Oddio! Mi hanno rubato Linternnnnet! Pensate che sono costretto a connettermi a Facebook col cellulare e a consumare
tutto il mio luminoso stipendio di giada in giornalini porno, non avendo più un accesso diretto a tutti i miei siti 2.0 preferiti (Youporn, Tube8, Redtube, ecc. ecc.).
Questa situazione ha fatto sì che settimana scorsa sia risultato uccel di bosco, perso e disconnesso nelle nebbie lombarde.
Ciononostante questa settimana il buon Michele mi porge su un piatto d'argento la più succulenta delle occasioni:
lui si propone di regalarvi una variazione che raccolga i film manifesto di alcuni registi, come dire il più tarantiano dei film tarantiniani,
il più linobanfesco dei film di Lino Banfi e cosě via. Film che, spesso, non sono le opere
più felici della filmografia di questi registi ma che ne rappresentano, in parole povere, la summa stilistica. Una sorta di variazione con film "manifesto".
Perciò questa volta signori non ho bisogno di spendere altre parole, rispetterò appieno le scelte del padrone. Insomma è un piacere
presentarvi la "Brand Identity" playlist: canzoni che, più che le migliori canzoni, sono i marchi di fabbrica di chi le ha composte!

  • Shine on you crazy diamond – Pink Floyd: questa canzone dei Pink Floyd non mi è mai piaciuta. E' lunga, autoreferenziale e sfrangimaroni.
    Rappresenta perciò la perfetta sintesi del Floydismo (o del Pinkesimo) più spinto. Dedicata all'ex compagno di merende Syd Barret rimane comunque una canzone piacevole.
    Purtroppo dura quanto un disco intero. C'è da dire che nell'epoca del singolo, dell'mp3 scaricato e dell'iPod ascoltare una canzone del genere fa capire quanto
    siano cambiati i tempi. Inoltre ascoltanda diventa immediatamente chiaro perchè le canzoni non si vendono a peso.

  • I wanna rock and rolla all nite – Kiss: i Kiss sono i Kiss. Truccati, corazzati e con lingue lunghissime. Nonostante il loro aspetto satanico comunque,
    il loro rock facile facile non è mai stato troppo trasgressivo. Insomma erano un sereno gruppo di cazzoni. Questa canzone, perfetta se state organizzando un party
    a base di birra e biondone, è il manifesto poetico dei Kiss: I wanna rock and roll all nite and party every day! Memorabile la citazione che ne fa Joey in Friends, mentre
    corre all'aeroporto sul taxi di Phobe. Bei tempi!
  • Fucking with my head – Beck: il Bugo americano (ahahahhah) è sempre stato un gran cazzone con in mente solo una cosa. Tutte le sue canzoni sono
    incentrate sul triangolino che ci esalta e questo pezzo, dal titolo autoesplicativo, ne è la triste conferma. Il pezzo, oltretutto, non è granchè e riassume il
    Beck meno godibile: quello troppo scazzato e noise perchè piaccia ai giovani giusti come me (ahahahaa).
  • Pride (in the name of love)- U2: non sono un fan di Bono e compagni. E questa canzone ne è una delle cause principali. Ascoltando distrattamente infatti
    essa appare come una epica cavalcata d'amore. Io da piccolo immaginavo la donna per cui era stata scritta: bella, stupenda, inarrivabile. Solo più tardi
    scoprii con grande disappunto che la canzone non parla d'amore ma è dedicata a…Nelson Mandela. L'amarezza prese possesso di me e da allora capii che l'impegno
    sociale e politico nella musica rock è una cosa encomiabile. Si, encomiabile ma sti cazzi!
  • Heroin – Velvet Underground: prima di cantare per il Papa, Lou Reed aveva bizzarre abitudini di vita. In un'intervista di qualche tempo fa dichiarò
    che la decisione di abbandonare la droga la prese una mattina in cui si svegliò in mezzo alla strada, in un quartiere sconosciuto, vomitando roba verde. Noi però
    lo apprezzavamo di più all'epoca, epoca in cui ci regala perle come Heroin. Una canzone che è esperienza multimediale nel pieno del suo senso: la cassa è come
    il cuore che pulsa, pulsa sempre piů forte, la chitarra è come il sangue che scorre e quella viola straziante è l'eroina che entra in circolo. Manifesto musicale e
    manifesto culturale al tempo stesso. Capolavoro.

  • Like a virgin – Madonna: la signora Ciccone, nonostante i tardivi ripensamenti meditativi e pseudo-zen, era una bella maialona. Lo stile ammiccante,
    seducente ed innegabilmente sexy di questo bel pezzo di ragazzotta è tutto riassunto in questa canzone. L'essenza sexy così come la provocazione estrema. Questi sono
    i due caratteri che hanno fatto di Madonna una delle pop-star più ricche e famose del mondo, e tutto questo è riassunto perfettamente in questo storico pezzo. Non devo
    dire altro, per una sinossi perfetta di questa canzone guardatevi il monologo introduttivo di Le Iene di Tarantino.
  • Quello che non c'è – Afterhours: depressione totale e testi geniali. Questi, nonostante alcune divertenti divagazioni, sono i miei amati Afterhours.
    Manuel Agnelli e soci, aldilà di tutto, in questo danno il loro meglio: la canzone, vincitrice della "Canna del Gas di Marmo" al "Depressione Music Festival" (citazione
    difficile amici miei, una birra a chi azzecca), è un capolavoro assoluto. Curo le foglie, saranno forti se riesco ad ignorare che gli alberi son morti.
    Il testo italiano piů bello mai scritto, sarebbe da citare tutto, dalla prima all'ultima parola. Basta, la smetto, altrimenti vado a buttarmi dal terrazzo.

  • Esatto – Francesco Salvi: la summa artistica di Francesco Salvi è questa geniale canzone con i versi degli animali. L'intervento provvidenziale del
    pesce alla fine del pezzo chiarisce la visione salvifica e provvidenzialista di questo filofoso della scuola Paninarofila. Insomma un po' troppo intellettuale ma
    godibilissima. Da sottolineare come sia una presenza fissa nella Zeri cassetta. Ma della Zeri Cassetta vi parlerò un'altra volta. Adesso è tardi, basta me ne vado.
    Aspetta dimenticavo il pesce, avanti pesce spiegaci tu…ESATTO!

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