Exit Music (for a Film)

Hail to the King

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Ebbene sì, per la terza volta dalla nascita del sito prendo io in mano le redini di questa anarchica sezione di Five Obstructions. Questa volta non ci sono inconvenienti tecnici o misteriose sparizioni di Damiano, ma il suo nuovo impiego lavorativo. Forte di una solida laurea magistrale il vostro prode musicologo è infatti partito alla volta di Milano per lavorare… all’Autogrill. Vogliamo ricordarcelo così, in mezzo a cocacole e rustichelle. Una vera soddisfazione dopo cinque anni di studio universitario!
Ma passiamo alle cose serie. Verrò incontro per una volta all’anarchia che Damiano ha imposto in questa sezione con una playlist che non c’entra assolutamente nulla con i film scelti, ma trova la sua ispirazione rimaneggiando lo spirito della variazione. Abbiamo una serie di film che si ispirano a un prolifico e basilare autore romanzesco? Bene: cerchiamo cover di un prolifico e basilare autore, meglio se traslano il suo stile in un genere diverso. E per amore di assonanza con l’autore scelto per la variazione, Stephen King, rivolgiamoci al re per eccellenza della musica: Elvis, The King.

  • Viva Las Vegas – Dead Kennedys: Batteria sincopata, chitarra rugginosa e voce da ballata degli ubriachi, questo è il punk rock californiano, baby. Tutto quello che Elvis non voleva essere: brutto, sporco e cattivo. Hasta los Dead Kennedys, siempre.
  • Can’t help falling in love – Andrea Bocelli: Forse una delle canzoni rifatte più volte nella storia della musica. In questo caso scappiamo via da qualsivoglia sonorità rock e ci affidiamo alla potentissima voce del nostro Andrea Bocelli. Lasciatevi cullare da queste dolcissime note di pianoforte, specialmente dopo la disperata corsa a Las Vegas della precedente canzone!
  • Party – Paul McCartney: Il capellone di origini scarafaggesche non fa un buon lavoro nel rielaborare la canzone del Re, rimanendo troppo attaccato all’originale. Epperò provateci voi a stare fermi su queste note.
  • Mystery Train – Neil Young: Un Elvis rivisto in ottica folk, con una batteria regolare come il procedere sicuro di un treno sui binari. Un treno misterioso, che viaggia sulle eteree note musicali al posto del suo consueto ferro. E coretti. E’ evidente: non mi piace questa canzone, ma è comunque una buona cover.
  • I forgot to remember to forget – Johnny Cash: La voce più profonda del country che surclassa perfino le sonorità dell’originale. Un titolo ipnotico per una ballata country altrettanto magnetica (Aiuto! Sto finendo i sinonimi!).
  • Jailhouse rock – The blues brothers: Se nella canzone precedente l’immagine cinematografica veniva rovinata da un Phoenix che non ho mai digerito, qui esplode in tutta la sua forza con il grandissimo John Belushi. Di certo non una rivisitazione blues di questo pezzo scatenato, ma la qualità c’è tutta. Da segnalare anche una cover dello stesso brano ad opera nientemeno che dei Queen!
  • Always on my mind – Pet shop boys: Forse la cover più atipica della playlist assieme alla voce di Bocelli. Qui il shyntpop dei Pet Shop Boys è al servizio del re, ma questa canzone ne diverrà una delle più conosciute assieme a Love etc. e Beautiful people.
  • Tutti frutti – Little Tony: Il piccolo Antonio è ormai una presenza quasi fissa nelle playlist di Five Obstructions. Le sue sonorità portatrici di pathos (questa è sottile) sono il piatto preferito della tipica last-track di Exit music for a film. In questo caso il buon Tony è colto nel suo massimo splendore di brutta copia piatta e sfacciata di Elvis. Enjoy!

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